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E’ morto Totò Schillaci, addio all’eroe delle ‘Notti Magiche’ di Italia ’90

E’ morto Toto’ Schillaci, per tutti l’eroe delle notti magiche di Italia 90: era ricoverato da alcuni giorni al Civico di Palermo per l’aggravarsi di un tumore di cui era affetto da tempo.

Lutto nel mondo del calcio. È morto Salvatore, Totò, Schillaci. Cominciò nel Messina, poi giocò tra le altre, per Juve, Inter e Nazionale. In azzurro coi suoi gol aveva infiammato l’Italia per un’estate, quella del mitico Mondiale del 1990: era malato di tumore al colon ed era già stato operato due volte. Era nato a Palermo il 1° dicembre 1964 e si era sposato due volte, con Rita e Barbara: lascia tre figli, Jessica, Mattia e Nicole.

Totò Schillaci e le Notti Magiche di Italia ’90, quelle cantate da Edoardo Bennato e Gianna Nannini. Un binomio inscindibile che fa tornare alla memoria i campionati del mondo ospitati in Italia e le vittorie della Nazionale di Azeglio Vicini fermata dall’Argentina in semifinale. Notti in cui una Italia intera festeggiava nelle piazze per la vittoria di una Nazionale azzurra che univa tutta la penisola, dalle due isole maggiori fino al Nord.

Un calciatore del Sud che dai campi polverosi in terra battuta della sua Sicilia è arrivato a suon di goal a calcare i terreni di gioco degli stadi più prestigiosi al Mondo, fino a rappresentare in quelle “Notti magiche” la speranza più grande di una nazione intera. Nato a Palermo il 1° dicembre 1964, Salvatore Schillaci, per tutti Totò, cresce nel CEP, il quartiere popolare di San Giovanni Apostolo. Il suo sogno diventare un calciatore. L’istinto del gol lo sviluppa da ragazzino.

Nel 1980 entra a far parte nelle giovanili dell’Amat Palermo. Si mantiene lavorando presso un gommista. Il Palermo si interessa a Totò, il Messina lo ingaggia nel 1992. Sullo stretto resta sette anni con due promozioni fino in serie B. Trova sulla sua strada Franco Scoglio, il tecnico che lo fa conoscere al grande calcio e che con lui era come un padre. In serie B esplode con 13 reti, con l’arrivo di Zeman ne segna 23 ed è capocannoniere. Nell’estate del 1989 il grande salto alla Juventus. Schillaci, dopo 61 goal in 219 presenze di campionato con i peloritani, è della Juventus per 6 miliardi di Lire. Con Zoff in panchina segna 21 reti. La Juve chiude quarta.

Arriva la convocazione di Vicini. Vialli e Carnevale non ingranano, Totò entra al posto del napoletano nel finale di gara contro l’Austria e di testa firma subito la prima vittoria azzurra. Dalla terza gara con la Cecoslovacchia è promosso a titolare in coppia con Roberto Baggio. Segna una delle 2 reti che portano l’Italia agli ottavi. Tutta la penisola si aggrappa alle esultanze spontanee e travolgenti di Totò, con quegli occhi sbarrati che divengono l’icona delle Notti magiche. Schillaci è il vero trascinatore della Nazionale, segna anche con Uruguay ed Eire, si ripete anche a Napoli nella semifinale con l’Argentina. Ma al San Paolo la gioia dura poco, perché Caniggia di testa infila Zenga, interrompendo l’imbattibilità del portiere italiano. Ai rigori passa la squadra di Maradona. Nella finalina battuta l’Imghilterra. Decide ancora Schillaci che chiude capocannoniere dei mondiali con 6 reti, scarpa d’oro del torneo e pallone d’oro come miglior giocatore.

Articolo pubblicato il: 18 Settembre 2024 14:25

Francesco Monaco

Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.