Sembrava probabile che Gaetano Manfredi, ex rettore della “Federico II” nonché ministro per l’Università nel governo Conte II, potesse essere il candidato sindaco di Napoli per la coalizione formata da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.
Un nome che aveva messo d’accordo i due partiti di riferimento del governo precedente e di quello di Mario Draghi, trovando positivi riscontri anche nel governatore della Campania, Vincenzo De Luca (cosa non da poco dopo la netta vittoria di quest’ultimo alle Regionali dello scorso anno).
Invece, attraverso un lungo post su Facebook (dall’emblematico titolo “Napoli è la mia forza e il mio dolore”), Manfredi ha per il momento fatto un passo indietro, sottolineando come il grave “rosso” del bilancio del Comune di Napoli (oltre 5 miliardi di euro) abbia influito sulla sua decisione.
La macchina amministrativa è povera di personale e competenze indispensabili. La capacità di spesa corrente è azzerata. Siamo, di fatto, in dissesto. Un dissesto che dovrà essere dichiarato o dal sindaco Luigi de Magistris entro qualche giorno o dal nuovo sindaco a fine anno. Sarei felicissimo se venissi smentito su questi dati drammatici, ma temo che saranno confermati. La conseguenza è che, in queste condizioni della città, il sindaco diventa un commissario liquidatore”.
Mentre nel centrodestra non c’è ancora ufficialmente un candidato sindaco (col nome del magistrato Catello Maresca in pole position), a circa cinque mesi dalle elezioni (che si terranno tra il 15 settembre e il 15 ottobre) i candidati alla carica di primo cittadino sono al momento tre.
La rinuncia di Manfredi apre ora a nuove riflessioni nella coalizione Pd-M5S, col nome di Enzo Amendola (attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega agli affari europei) che potrebbe tornare di attualità come candidato per Palazzo San Giacomo.
Articolo pubblicato il: 19 Maggio 2021 10:55