Emergenza baby gang, il Ministro dell’Interno Minniti oggi a Napoli
Emergenza baby gang: il ministro Minniti oggi a Napoli per un vertice sul tema sicurezza. Il sindaco de Magistris: “Chiedo più mezzi e poteri normativi”.
di Luigi Maria Mormone – Si terrà oggi a Napoli un vertice in Prefettura con il Ministro dell’Interno Marco Minniti, dopo gli episodi di violenza giovanile accaduti in questi ultimi giorni nella città partenopea. Alla presenza dei vertici nazionali delle Forze dell’ordine, ci sarà la riunione del comitato provinciale Ordine e sicurezza pubblica. Parteciperanno anche il procuratore distrettuale della Procura napoletana, Giovanni Melillo, e i vertici della magistratura minorile, oltre ovviamente al prefetto Carmela Pagano e al Questore Antonio De Iesu. Al centro del dibattito ci sarà dunque il tema delle baby gang, definite da Minniti “un fenomeno non più tollerabile. Purtroppo -secondo il Ministro- non è soltanto un problema di polizia e non si risolve soltanto inviando uomini o mezzi a presidiare le strade di Napoli, ma è un fenomeno che affonda in tutta la sua drammaticità nel tessuto sociale dove spesso latitano due istituzioni fondamentali: la famiglia e la scuola”. Minniti ha dunque intenzione di avviare un dialogo con i sindaci dell’area metropolitana per cercare di trovare soluzioni comuni, coinvolgendo tutti gli attori sociali impegnati nella formazione dei minori, in primis le associazioni e il mondo del volontariato. Spesso, tra l’altro, sono le stesse forze dell’ordine a essere impotenti di fronte a determinati tipi di violenza, in particolar modo quando le baby gang sono caratterizzate da minori di 14 anni e quindi non perseguibili dalla legge. Su questo punto sarà decisiva la presenza dei magistrati dei tribunali minorili che potranno proporre soluzioni alternative. Per il codice penale minorile, infatti, non è imputabile il minore che non ha ancora compiuto il quattordicesimo anno d’età, al momento della commissione del reato, perché in nessun caso considerato capace di intendere e volere, nonostante molti siano ampiamente in grado di commettere violenze brutali (per un fenomeno purtroppo presente in tutta Italia). Il sindaco Luigi de Magistris, ieri alla cerimonia in largo Maurizio Estate (lo spiazzale intitolato al meccanico che nel 1993 si oppose a una rapina pagando il suo sacrificio con la vita), ha avvertito: “Se non mettiamo in campo Stato, certezza della pena, reazione della collettività, e non consideriamo la cosiddetta criminalità minorile una priorità nell’investigazione, rischiamo –ha detto de Magistris- che Arturo e gli altri non siano gli ultimi ma i tanti di una lunga serie. Viviamo giorni difficili che potranno essere affrontati con successo solo se saremo uniti. Nessuno si può tirare fuori. Dobbiamo portare gli indifferenti a schierarsi, e non scaricheremo mai la responsabilità su altri. Ma da ex magistrato e da sindaco dico che oggi c’è bisogno che la risposta più immediata sia data da chi ha il dovere di prevenire i reati e individuarne i responsabili. Oggi la priorità è il controllo del territorio, la prevenzione e l’individuazione dei responsabili. Chiedo perciò -ha concluso il sindaco di Napoli- più mezzi, come poter assumere polizia municipale e più risorse economiche, ma anche più poteri normativi”. Con l’aggressione subita da un 16enne alla stazione della Metropolitana del Policlinico, negli ultimi giorni si sono verificati addirittura tre episodi di tal genere nel napoletano: ricordiamo infatti anche quelli accaduti nel quartiere Chiaiano (sempre all’uscita della metropolitana) e a Pomigliano d’Arco (senza dimenticare la brutale aggressione ad Arturo, tornato proprio ieri a scuola).
Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.