Ennesimo caso a Napoli che vede per protagonista una baby gang. Questa volta il teatro e’ il lungomare e una sfida lanciata in maniera sempre piu’ forte allo Stato.
Continua l’emergenza baby gang a Napoli. Dopo gli episodi dell’ultimo mese, a cominciare dall’accoltellamento del giovane Arturo a via Foria, l’ultimo racconto e’ davvero agghiacciante. A ricostruirlo e’ il Corriere del Mezzogiorno, mostrando fino a che punto si sia arrivati. Una vera e propria sfida allo Stato.
Tutto comincia nella zona di Chiaia, da sempre punto di riferimento e ritrovo della movida, giovanile e non, il sabato sera a Napoli. L’ultimo, pero’, si e’ trasformato in un vero e proprio incubo per tre ragazzini di San Giovanni a Teduccio. Che si sono ritrovati, per un sorriso di scherno di troppo a una ragazza del “branco”, a essere aggrediti da una baby gang.
E a nulla e’ valsa la fuga verso la zona della Colonna Spezzata, nei pressi di Piazza Vittoria. Lì dove e’ sempre posizionata una camionetta dell’Esercito. Anzi, i componenti della baby gang hanno accerchiato i due militari, urlandogli contro di tutto. Compresa l’aria di sfida di chi sa di non poter essere toccato. “Non siete guardie”. Lo sanno che non li possono arrestare.
E proprio mentre due di loro cercavano quasi di affrontare i militari, gli altri non facevano altro che colpire i tre poveri malcapitati con schiaffi e pugni al viso. Distrarre e colpire. “Ti spezzo le gambe, ti ammazzo, non farti piu’ vedere. Ti dobbiamo uccidere”. La ricostruzione del quotidiano fa gelare il sangue nelle vene. E solo la calma dei due soldati, che avvisano immediatamente i carabinieri, consente di evitare il peggio.
All’arrivo della volante, la baby gang in un attimo si scioglie letteralmente. Dissolvendosi nelle strade della citta’. “Erano tanti, noi veramente non abbiamo fatto nulla”. Le parole dei tre ragazzini alle forze dell’ordine, nel tentativo di trovare un perche’, un motivo. Qualcosa che forse, semplicemente, non esiste.