Realizzato un delicato e complesso intervento chirurgico, all’ospedale Cardarelli, per salvare la vita a una donna arrivata in condizioni disperate al Pronto Soccorso dell’ospedale collinare. La donna, colpita da epatite fulminante e già sottoposta ad un trapianto di midollo, è stata immediatamente presa in carico dai sanitari della struttura e per lei è immediatamente scattata una gara di solidarietà.
A causa delle sue condizioni psicofisiche gravemente debilitate dalla malattia, c’era una sola possibilità per salvarle la vita: un trapianto di fegato da realizzare in tempi strettissimi. Così, la sera del 24, è iniziata la corsa per reperire l’organo e realizzare in tempi record il trapianto, nonostante le precarie condizioni di salute della donna.
L’intervento salvavita, durato circa 12 ore, è stato realizzato dal primario Giovanni Vannarecci e dal suo aiuto Giuseppe Aragiusto, del Dipartimento Trapianti del Cardarelli diretto da Ciro Esposito e hanno partecipato diverse Unità operative dell’ospedale.
«Grazie ad un importante lavoro di squadra – racconta Ciro Esposito del Dipartimento Trapianti – è stato possibile portare a termine con successo un’operazione estremamente rischiosa. A distanza di una settimana dall’operazione le condizioni cliniche appaiono soddisfacenti, la speranza di tutti noi è che con l’andare dei giorni si arrivi a poter considerare la paziente del tutto fuori pericolo».
«L’intervento chirurgico di trapianto di fegato in una donna già sottoposta a trapianto di midollo, assume per l’azienda un significato di grande valore – ha sottolineato Giuseppe Longo, direttore generale del Cardarelli – è sia un esempio di efficienza organizzativa e di competenza professionale, sia un innovativo modello organizzativo che a breve sarà implementato in tutta l’azienda ospedaliera, intendo la realizzazione delle Unità operative Multidisciplinari in cui diversi professionisti integrano i loro saperi per risolvere problemi clinici. I trapianti di organi, le malattie rare, il trauma center, le cronicità, rappresentano i primi settori in cui si formalizzerà a breve questo modello organizzativo – aggiunge Longo – l’obiettivo è quello di compiere un salto di qualità per la gestione integrata e condivisa da parte di più unità operative. In questo modello il paziente si ritrova al centro del complesso sistema di cure e riceve i migliori e più appropriati trattamenti».
(Fonte: ilMattino – modificato)
Articolo pubblicato il: 2 Gennaio 2020 17:48