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Epifania 2021 a Napoli: ecco la “calza sospesa” al mercatino di Fuorigrotta

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

“Calza sospesa” al mercatino di Fuorigrotta: iniziativa di Coldiretti con prodotti a km 0 destinati ai ragazzi dei quartieri disagiati di Napoli.

Arriva a Napoli la calza sospesa. Si tratta di una iniziativa di Coldiretti, che si terrà domani, mercoledì 6 gennaio 2021 (giorno dell’Epifania), presso il mercato Campagna Amica di Fuorigrotta (sito in via Guidetti 72 al parco San Paolo).

Dolcetti, agrumi, marmellate e ogni altra leccornia, rigorosamente a km zero, potranno essere lasciati dai cittadini nelle apposite calze predisposte all’ingresso del mercato. I prodotti raccolti – fa sapere Coldiretti Napoli – saranno donati ad un’associazione benefica che si occupa dei ragazzi dei quartieri disagiati della città partenopea.

Un’iniziativa “che rientra nell’impegno che gli agricoltori di Coldiretti stanno portando avanti da dicembre a favore delle fasce sociali colpite duramente dalla crisi generata dal Covid 19, che ha già visto la distribuzione di oltre 30 tonnellate di pasta da grano italiano e 8.000 kg di derrate alimentari”.

Secondo Eurostat in Campania il 41,4% della popolazione è a rischio povertà ed esclusione sociale. Tra le categorie più deboli degli indigenti – stima la Coldiretti – il 21% è rappresentato da bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi il 9% da anziani sopra i 65 anni e il 3% sono i senza fissa dimora secondo gli ultimi dati Fead.

Fra i nuovi poveri- sottolinea la Coldiretti – ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalle limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi per Covid.

Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche.

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