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Ercolano, Emma Giammattei racconta il Grand tour

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Nell’ambito del Festival delle Ville Vesuviane, Emma Giammattei racconta il Grand tour in Villa Campolieto ad Ercolano.

Domenica 29 ottobre alla Villa Campolieto (corso Resina 283, Ercolano), Emma Giammattei racconterà I travestimenti del Grand tour: il poeta, lo scienziato e l’archeologa, titolo del secondo incontro delle conferenze domenicali del Festival delle Ville Vesuviane sulle bellezze culturali del “Miglio d’Oro”, a cura del professore Giuseppe Galasso. L’appuntamento è alle ore 9.30 per una visita guidata al sito vanvitelliano con l’architetto Celeste Fidora, presidente dell’associazione “Amici dei siti e delle ville vesuviane”. La conferenza si terrà dalle ore 11. Seguirà aperitivo. Tra storia e letteratura, la preside della Facoltà di Lettere dell’Università Suor Orsola Benincasa illustrerà casi ed esempi della moda, o per meglio dire di una ben più straordinaria attrazione, che spinse gli intellettuali dell’Europa del Sette-Ottocento a soggiornare per lunghi periodi tra Napoli e dintorni, e in particolare nel territorio vesuviano.Ercolano, Emma Giammattei racconta il Grand tourIl Grand tour”, sottolinea, “ha costituito una fenomenologia storica secolare, circoscritta nel tempo, giungendo fino alla fine del Settecento con tratti distintivi costanti e riconoscibili. Soprattutto nel primo ottocento, esso ha però conservato la fisionomia di un complesso di immagini, miti, generi, che disegna una morfologia della vita spirituale adeguata al mondo storico, e insieme ha continuato ad esercitare una pressione sugli itinerari successivi. In ogni civiltà vivono immagini di realtà precedenti; e l’estrapolazione dal sistema del viaggio europeo del territorio napoletano ha implicato così nuove combinazioni, miste di memoria e di verità, di ambiguità e di recita. Perché sir Humphrey Davy arriva a Napoli e sul Vesuvio negli anni Venti? Come Shaftesbury un secolo prima, e come Leopardi dieci anni dopo, è attratto dal soggiorno napoletano-vesuviano perché è malato. E il poeta, con quale idea di Napoli viene a Napoli e sul Vesuvio: se scrive al padre e all’amica Maestri che presto si “sradicherà” di lì e ripartirà con l’amico per andare più lontano? E la gracile Contessa Nina Serego Allighieri Gozzadini, appassionata di scavi e di montagne, perché passa un intero inverno nel 1846 a Napoli e scala due volte il Vesuvio, ma anche si inerpica per le alture della città, a Castel Sant’Elmo in particolare, con gli amici patrioti? Ci sono qui dei testi, delle storie, che intrecciano vicende reali con la loro rappresentazione. Perché poi una forma dovrebbe travestirsi da altro? Forse al fine di permanere, in quella trama di simboli che chiamiamo Letteratura”.

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