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Esercito, concorsi truccati: 16 le persone arrestate

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Cronaca di Napoli: per l’accusa, grazie agli illeciti almeno 43 concorrenti sono risultati vincitori dei concorsi per entrare nelle Forze Armate. Il testimone-chiave dell’inchiesta è stato assunto in Polizia proprio mercoledì scorso (giorno degli arresti).

Aggiornamento del 20 ottobre 2018, ore 11,30

Concorsi truccati, il testimone da cui è partita l’inchiesta è ora nella Polizia

Come riportato da “Il Mattino”, Giacomo Junior Sorato Siddi (il 28enne coraggioso testimone-chiave che ha dato il via all’inchiesta) è stato assunto in Polizia proprio durante questa settimana. Ironia della sorte, Sorato Siddi ha giurato nella giornata di mercoledì 17 ottobre (ovvero il giorno dei 16 arresti di un’inchiesta destinata però ad allargarsi).

Un’inchiesta della Procura di Napoli ha disposto 16 arresti dopo la scoperta di concorsi truccati per l’ingresso nelle Forze Armate. Condotta dal nucleo tutela mercato della Guardia di Finanza e coordinata dal pm Giancarlo Novelli con il procuratore aggiunto Rosa Volpe e il procuratore capo Giovanni Melillo, al centro dell’inchiesta c’è il concorso del 2016, atto al reclutamento di 2013 volontari in ferma prefissata nell’Esercito.

Come riporta “Repubblica”, agli arresti domiciliari figurano tra gli altri un generale in quiescenza, Luigi Masiello, e un ingegnere informatico, che attualmente si trova in Germania e nei cui confronti la misura non è stata ancora eseguita. Al momento dell’esecuzione del provvedimento restrittivo, Masiello (che in quanto giornalista pubblicista è stato sospeso dall’Ordine) avrebbe tentato di disfarsi di un cellulare lanciandolo dalla finestra.

Per pilotare le prove veniva utilizzato anche un complesso algoritmo applicato a 80 quesiti su 116 di una delle prove: secondo l’accusa, almeno 43 concorrenti sono risultati vincitori grazie agli illeciti. L’inchiesta è partita dalla denuncia di un candidato che si è rifiutato di pagare: la somma richiesta era di 15mila euro. Le indagini hanno preso in esame anche altri concorsi banditi in polizia di Stato, carabinieri e polizia penitenziaria, annullati dalle rispettive amministrazioni in regime di autotutela.

“Concorsopoli”, la nota dell’Esercito: “Piena collaborazione con le indagini”

Saranno presi tutti i provvedimenti necessari per tutelare le forze armate -assicura lo Stato maggiore della Difesasul sistema fraudolento che sarebbe stato utilizzato per superare le prove del concorso del 2016 per Volontari in ferma prefissata quadriennale nelle Forze armate. Fin dall’avvio dei primi accertamenti erano stati assunti con immediatezza alcuni provvedimenti per impedire il ripetersi di tali illeciti, senza andare ad inficiare le delicate indagini disposte dalla magistratura.Esercito, concorsi truccati: 16 le persone arrestate Nel rinnovare piena collaborazione e disponibilità alla Procura per fornire ogni ulteriore elemento che sia ritenuto utile al fine di fare piena chiarezza sulla vicenda, lo Stato Maggiore della Difesa – prosegue la nota – si appresta a intraprendere tutti i provvedimenti possibili nei confronti dei militari e dei civili della Difesa coinvolti, nonché a valutare le necessarie misure di autotutela verso quei militari che risulterebbero vincitori di concorso grazie a questo sistema fraudolento e illecito”.

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