Mark Zuckerberg: “Mister Facebook” non risponderà alle domande sullo scandalo dei dati personali che sarebbero stati usati come propaganda politica anche Oltremanica.
Mark Zuckerberg non si presenterà di fronte ai deputati britannici della commissione cultura, digitale e media per rispondere a domande sullo scandalo dei dati personali di 50 milioni di utenti, che sarebbero stati usati a scopo di propaganda politica anche in Gran Bretagna. La notizia del no di mister Facebook è arrivata a margine dell’audizione di Christopher Wylie, colui che ha fatto emergere il caso dopo aver lavorato in passato per Cambridge Analytica, la società di consulenza accusata di aver acquisito quei dati senza il consenso degli interessati. Zuckerberg era stato sollecitato a intervenire personalmente in una lettera inviata dal presidente della commissione, Damian Collins, per chiarire le “incongruenze” imputate a suoi collaboratori in precedenti audizioni. Ma il patron del social network ha rifiutato, mandando al suo posto il chief technology officer di Facebook, Mike Schroepfer, e il chief product officer, Chris Cox.
Coinvolte anche Twitter e Google
Anche Google e Twitter sono destinate a finire in questa vicenda. Per la prima volta, una commissione congressuale americana ha chiesto infatti di testimoniare non solo al Ceo del social network, come fatto fino a ora da altre due commissioni parlamentari Usa, ma anche a quelli del motore di ricerca e dell’altro famosissimo social. La commissione Giustizia del Senato Usa ha fissato al 10 aprile un’udienza sul “futuro della privacy dei dati e sui social media” e ha detto che esplorerà nuove regole. La settimana scorsa a chiedere un incontro con Mark Zuckerberg erano state la commissione per l’Energia e il commercio della Camera e la commissione Commercio del Senato. L’audizione sarà dedicata “agli standard sulla privacy per la raccolta, la conservazione e la disseminazione di dati dei consumatori a uso commerciale”.