In un’indagine della Procura di Potenza, condotta dalla Polizia Stradale e dalla Guardia di Finanza, sono state denunciate 68 persone per una truffa alle compagnie assicurative, che avveniva tramite falsi incidenti, e per la clonazione di veicoli rubati (riciclaggio) con intestazione fittizia a prestanome. Dieci delle persone denunciate, tra cui tre titolari di autorivendite e il titolare di un’agenzia automobilistica, sono state segnalate per associazione a delinquere finalizzata alle truffe assicurative e al riciclaggio di autoveicoli rubati.
In circa due anni di indagini sono stati riscontrati 40 sinistri mai avvenuti ed è stato riscontrato un giro illecito di affari pari a circa un milione di euro. Gli esercizi di rivendita di autoveicoli coinvolti sono stati in tutto quattro, tre a Potenza ed uno in provincia di Napoli. Dieci le compagnie assicurative truffate e 104 i veicoli radiati in quanto oggetto di fittizia intestazione. L’operazione è stata denominata ”El Cid” ed è partita dalla scoperta di un giovane potentino nullatenente (nel frattempo deceduto) che era intestatario di diverse decine di autovetture.
Nel corso delle indagini è emersa l’anomala frequenza di sinistri falsi, con truffa alle compagnie assicurative.
Nonostante l’accortezza di denunciare incidenti senza feriti così da non coinvolgere terze persone e non dare nell’occhio, sono stati commessi degli errori, come ad esempio quello di documentare alcuni sinistri indicando un conducente in realtà già deceduto, un passaggio di proprietà da parte di un soggetto in quel momento ricoverato presso strutture sanitarie e un contratto di matrimonio falsificato (uno dei finti coniugi era già deceduto) utilizzato per fruire di una classe di rischio più favorevole. Tutte anomalie che, insieme alla frequenza dei sinistri, hanno anche destato i sospetti delle compagnie assicurative che hanno nel tempo cominciato a sporgere querela.
Altra attività illecita è stata l’immatricolazione di veicoli apparentemente provenienti dall’estero ma, di fatto, di origine illecita, in quanto ne è stata rilevata l’alterazione dei numeri di telaio nonché dei relativi documenti di circolazione. I promotori dell’organizzazione, infatti, ricettavano auto rubate in Italia che venivano immediatamente dotate di numeri di telaio appartenenti a veicoli realmente circolanti in vari Paesi europei (Germania, Francia e Spagna). Successivamente, grazie all’opera di un falsario, producevano documenti falsi (carte di circolazione tedesche, francesi o spagnole) di ottima fattura, con i quali veniva avviata la pratica di nazionalizzazione, tramite un’agenzia di pratiche auto di Castello di Cisterna (Napoli).
Articolo pubblicato il: 23 Maggio 2018 17:43