Napoli – “Il 14 dicembre 2016 i 5.000 commercialisti che hanno protestato contro i provvedimenti legislativi che si sono concretizzati nel corso del 2017 lo sapevano già!
Probabilmente a Roma, in piazza, avremmo dovuto essere tutti i 118.000 iscritti all’albo e coinvolgere il tessuto produttivo, ma non serve rimuginare sul passato. Le comunicazioni trimestrali telematiche delle fatture e dei corrispettivi insieme all’allargamento dello split payment ai professionisti stanno mettendo in ginocchio la nostra categoria da un punto di vista finanziario. La comunicazione semestrale dei dati ha comportato stress ed un costo aggiuntivo che non sarà ripagato né dai clienti né dalle informazioni contenute nelle trasmissioni stesse a disposizione dell’amministrazione finanziaria!”.
Lo rendono noto i presidenti degli undici Ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili della Campania (Avellino, Benevento, Caserta, Napoli, Napoli Nord, Nocera Inferiore, Nola, Sala Consilina, Salerno, Torre Annunziata, Vallo Della Lucania). “Non solo all’epoca non siamo stati considerati, ma a distanza di dieci mesi gli sforzi del Consiglio Nazionale dei commercialisti per far ragionare l’Amministrazione Finanziaria sulla complessità della procedura e della gestione dei dati sono rimasti senza ascolto”.
“Le molteplici proroghe dello ‘spesometro’ sono l’ultimo pessimo resoconto di tentativi plurimi di far morire una categoria professionale centrale nello sviluppo economico del paese e, come era facile immaginare, danno ragione ad una categoria che non può non essere attrice delle semplificazioni ma che viene relegata a mera intermediaria di complicazioni assurde. I commercialisti rivendicano un ruolo primario nell’evoluzione delle norme che possano rilanciare l’economia e vogliono essere considerati quale volano per la rinascita del sistema socio-economico dell’Italia. E’ arrivato il momento di cambiare marcia!”
“I commercialisti, che da sempre accompagnano da un lato gli imprenditori nei singoli business e dall’altro sono presidio della legalità e della fede pubblica, partendo dai propri iscritti e passando per i consigli locali, attraverso il Consiglio Nazionale – conclude la nota degli ordini della Campania – rivendicano il diritto di proporre semplificazioni che siano rispettose della dignità di chi opera al fianco delle altre istituzioni per raggiungere dei risultati nell’interesse di tutto il Paese”.