“Tecnologie Innovative applicate ai sistemi aziendali: “Blockchain” aspetti organizzativi, legali e comunicativi” è il tema del forum organizzato dalla Fiddoc.
NAPOLI – “Tecnologie Innovative applicate ai sistemi aziendali: “Blockchain” aspetti organizzativi, legali e comunicativi” è il tema del forum organizzato dalla Fiddoc (Federazione Italiana Donne Dottori Commercialisti) con il patrocinio del Comune di Napoli, nell’ambito della Rassegna Marzo Donna 2019 sul tema “Se tutte le Donne del mondo…”, che si è svolto nella sala conferenze dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, presieduto da Vincenzo Moretta.
E’ un evento dedicato all’applicazione della nuova tecnologia “Blockchain” che si sta diffondendo in diversi settori, da quello assicurativo a quello legale che ha indotto il legislatore italiano, uno dei primi in Europa, ad intervenire con il Decreto Semplificazioni 2019 per stabilire una prima regolamentazione al fenomeno.
L’approccio delle donne alle nuove tecnologie deve essere considerato una diversa prospettiva da cui guardare allo sviluppo – ha sostenuto Moretta – che può rivelarsi determinante per risvegliare la coscienza critica di uomini e donne nei confronti della tecnologia, proponendo nuovi percorsi e adottando nuovi linguaggi più centrati sulle relazioni umane, sulla qualità della vita e sulla critica “all’innovazione a tutti i costi.
Per Antonella La Porta, numero uno della Fiddoc “nella lotta per la definizione, la progettazione e le modalità d’uso della tecnologia, il ruolo delle donne è stato spesso messo da parte e questo ci ha confermato quanto, non solo la distribuzione delle risorse e del potere tenda ancora ad escludere il genere femminile, ma anche quanto la cultura della tecnologia si sia formata su specifici interessi, modelli e punti di vista di genere”.
Le tecnologie possono diventare fonte di nuovi rischi di discriminazione per le donne – ha evidenziato – Bianca Bosco, segretario della Fiddoc – ma, perdendo le donne, le stesse tecnologie si escludono da un contributo che sicuramente apporterebbe valore e contenuti più ampi allo sviluppo degli artefatti. Le tecnologie prodotte riflettono il punto di vista della cultura in cui si sviluppano e possono per questo portare a gravi forme di discriminazione non solo rispetto al genere, ma anche rispetto a classe, etnia e razza”.
“Le nuove tecnologie si sono sviluppate all’interno di un preciso contesto sociale, storico, economico e culturale e sono per questo attraversate da modelli sociali, stereotipi e pregiudizi. In questo processo – ha osservato Vincenzo Tiby, consigliere dell’Odcec di Napoli – è particolarmente influente il sistema di genere nella misura in cui pervade, con le sue differenze e asimmetrie, l’intera vita sociale: l’universo della tecnologia ne porta necessariamente l’impronta. Proprio per questa stretta interdipendenza tra tecnologia, società e genere, esaminare il rapporto delle donne con le nuove tecnologie ci consente di studiare un particolare spaccato della condizione femminile nella società contemporanea”.
Sono intervenuti al dibattito Antonio Tafuri (presidente COA Napoli), Maurizio Bianco (consigliere Ordine avvocati di Napoli), Roberto Vona (direttore del Dipartimento di Economia, Managment, Istituzioni dell’Università Federico II di Napoli), Felice Balsamo (coordinatore del gruppo di lavoro Napoli Blockchain), Achille Aurora (consulente IT – Blockchain), Rocco Agrifoglio (ricercatore di Organizzazione Aziendale presso l’Università degli Studi di Napoli Parthenope,) Claudio Ciotola (presidente dell’Associazione Giornalisti Flegrei) e Raffaella Papa (Presidente “Spazio alla Responsabilità”).