Prosegue l’inchiesta della procura di Napoli sui concorsi truccati per entrare nelle Forze armate, che ha già portato a 16 arresti. Come riporta “Il Mattino”, è stata infatti perquisita la casa di un faccendiere (uomo di fiducia di uno dei militari arrestati).
Tutto nasce dal racconto di un nuovo testimone, ventenne che aspira ad entrare onestamente in Polizia. Tale testimonianza ha portato al suddetto blitz, nel quale sono stati sequestrati quei congegni elettronici di cui si sentiva parlare nelle intercettazioni e a cui hanno fatto riferimento anche alcuni testimoni nella fase iniziale delle indagini. Dai cassetti del nuovo indagato, è uscito il kit venduto per entrare in collegamento con una sorta di centralino privato durante la prova scritta.
Tra gli atti sequestrati due giorni fa spunta anche una microcamera, che rappresenta l’ultima frontiera concepita per dribblare i controlli delle commissioni d’esame. Un congegno piazzato sotto la cravatta del candidato e che consente di immortalare le tracce, alle quali vengono date risposte in tempo reale attraverso un auricolare a tutti invisibile. È un metodo che consente al candidato di non parlare, di non muovere le labbra, in modo da non destare alcun tipo di sospetto tra i controllori della prova del concorso.
Articolo pubblicato il: 27 Ottobre 2018 11:51