Nell’unica recita della “Sonnambula” di Vincenzo Bellini, il Teatro San Carlo ha vissuto, domenica 30 gennaio, un pomeriggio di grande emozione con la partecipazione di eccellenti voci che hanno sancito un successo senza precedenti.
Abbiamo dovuto aspettare ben 20 anni per riascoltare “La Sonnambula” di Bellini, ma è bastato un solo pomeriggio per far rivivere i fasti e i clamori, forse troppo presto dimenticati, nel teatro più bello del mondo.
Questa la premessa di quello che è accaduto al Teatro San Carlo domenica 30 gennaio 2022, quando è andato in scena, in forma di concerto, il capolavoro del catanese Bellini. Sfidando la paura di un virus sempre più presente e subdolo (ma in totale sicurezza) e affrontando il freddo di questi giorni, il Teatro San Carlo poco prima della rappresentazione citata, era già gremito di gente, e il pubblico presente non era era quello solito delle grandi occasioni, perché una massiccia presenza di giovani ne aveva già scandito l’eccezionalità.
L’atmosfera era dunque quella tipica delle grandi serate che avrebbe consegnato alla storia di questo splendido teatro, un’altra pagina di grande spettacolo. Sul podio del Massimo napoletano il giovane direttore d’orchestra Lorenzo Passerini che, nonostante la giovane età e un’esigua esperienza, ha dimostrato invece di possedere ottime qualità per la direzione di una grande orchestra come quella del San Carlo che non ha assolutamente deluso le aspettative, propinando un suono “pulito”, convincente e preciso, negli attacchi come nelle diverse sfumature che la difficile partitura contiene.
Inutile nascondere ne tantomeno non sottolineare che vera star della serata è stata una superlativa e affascinante Jessica Pratt che aveva già cantato nella “Lucia” di Donizetti, nella recita del 23 gennaio, sostituendo la bravissima Nadine Sierra; già in questa occasione aveva dato un’eccellente prova della sua enorme capacità artistica e vocale, lasciando tutti di stucco pur conoscendo molto bene le sue spiccate doti liriche. Nell’unica recita in programma, domenica 30 gennaio, ha sbalordito, commosso ed entusiasmato il pubblico del San Carlo che le ha riservato una vera e propria ovazione, sostenuta da lunghi e forti applausi che hanno sancito e chiesto con forza il bis della dolcissima, suggestiva e intensa aria, Ah non credea mirarti, caratterizzata da una vena di intensa e malinconica frase melodica, racchiusa in spazi melodici di incisivo patetismo e recitata in preda alla nefasta ma poi risolutiva scena del sonnambulismo. Interminabili minuti di applausi in un teatro che sembrava immerso in un grande spazio onirico, dove l’entusiasmo per la sua eccellente performance canora, è scoppiato all’improvviso in un fragoroso “brava, brava”.
Non è andata diversamente al tenore Francesco Demuro che, dopo aver aperto il secondo atto con il mesto cantabile di Elvino Tutto è sciolto, nella successiva e rabbiosa cabaletta Ah perché non posso odiarti, di grande e sicura efficacia, il pubblico ha preteso per la seconda volta il bis, ed è bastata una veloce occhiata con il direttore d’orchestra e i suoi eccellenti musicisti, per ottenere anche in questo caso un’altra pagina di grande spessore musicale, sancendo definitivamente l’eccezionalità di una serata unica e forse irripetibile.
A contorno di una serata che resterà negli annali del Teatro di San Carlo, si deve registrare la straordinaria prova anche della terza voce protagonista, la Lisa di Valentina Varriale, accolta nella sua città con grande e meritato entusiasmo, la rivale di Amina che pensando di essere ormai la prescelta, ha intonato con superba efficacia l’aria De lieti auguri, caratterizzata da trilli, scale difficili e insidiose e acuti presi di salto, una pagina molto difficile che definirei acrobatica.
E anche il conte Rodolfo interpretato magistralmente da Alexander Vinogradov che alla sua comparsa sul palcoscenico trasforma l’atmosfera idilliaca e fiabesca dei due amorosi con l’aria significativa Vi ravviso, o luoghi ameni, continuando su questa strada con la malinconica e nostalgica Tu non sai con quei begli occhi, sottolineando la sua ammirazione per una bellezza così semplice e nello stesso tempo irresistibile, ha convinto pienamente per tessitura vocale e intensità artistica.
Non è stata da meno la solida voce di Manuela Custer nel ruolo della madre di Amina, Teresa. Il coro preparato sempre dal bravo Josè Luis Basso, ha confermato l’ottima forma accompagnando i cantanti nelle loro stupende e vertiginosi performance canore.