mercoledì, Dicembre 25, 2024

Frode sui lavori in via Marina, 7 arresti e sequestro di oltre 400mila euro

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

L’inchiesta riguarda una serie di fatture false per la vendita, mai avvenuta, di materiale edile alle imprese consorziate nell’ambito del cantiere di via Marina.

Lavori via Marina | Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e i finanzieri di Portici hanno eseguito 7 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e un sequestro preventivo di oltre 400 mila euro nell’ambito di una inchiesta della Procura di Napoli riguardante una frode sui finanziamenti comunitari e le modalità di concessione di alcune tranche di un appalto per la realizzazione delle opere di riqualificazione dell’Asse Costiero di Napoli. Gli inquirenti hanno fatto luce su un presunto sistema fraudolento finalizzato a ottenere indebiti finanziamenti comunitari e nazionali per la realizzazione di opere per le quali il Comune di Napoli ha concesso oltre 20 milioni di euro.

I nomi dei destinatari delle misure cautelari

I sette destinatari delle misure cautelari sono Pasquale Ferrara, Mariano Ferrara, Umberto Iannello, Vincenzo Iannello, Vincenzo Boccanfuso, Gaetano Milano e Achille Prospero. La presunta frode fiscale, secondo i sostituti procuratori Valter Brunetti e Mariasofia Cozza, sarebbe stata realizzata con false fatturazioni che hanno visto interessate le società destinatarie dei fondi e quelle che hanno contribuito alla realizzazione del tratto stradale con annesse opere accessorie (pista ciclabile, marciapiedi, illuminazione, verde ecc.), allo stato attuale ancora incompiute.

Gli investigatori hanno individuato un procedimento contabile, definito “di ribaltamento“: in sostanza alcune società fornitrici esterne al consorzio emettevano fatture inesistenti per la vendita, mai avvenuta, di materiale edile alle imprese consorziate le quali, a loro volta, fatturavano, attraverso il consorzio, all’ente appaltante, il Comune di Napoli, che poi liquidava la società capogruppo CESVED (Consorzio Europeo per lo Sviluppo dell’Edilizia S.r.l.).

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