lunedì, Dicembre 23, 2024

GdF Napoli, fatture false: sequestri per tre milioni di euro

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

GdF Napoli: scoperto un giro di reati tributari commessi mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Sequestrata anche una barca dal valore di 650mila euro.

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, nell’ambito di indagini di polizia economico-finanziaria coordinate dalla 3ª Sezione Criminalità Economica ed Informatica della Procura della Repubblica di Napoli, ha eseguito – su disposizione del GIP del Tribunale del capoluogo partenopeo – due distinti sequestri di beni, del valore di 3 milioni di euro. I responsabili sono indiziati di aver commesso reati tributari quali dichiarazione fraudolenta mediante l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed omesso versamento dell’I.V.A.

Le attività sono state svolte dai finanzieri del I Gruppo ed hanno interessato una società attiva nella commercializzazione di gas ad uso civile ed industriale e una operante nel settore del commercio all’ingrosso di gomma greggia e plastiche, entrambe con sede a Napoli.GdF Napoli, fatture false: sequestri per tre milioni di euro Il 1° Nucleo Operativo Metropolitano di Napoli ha contestato all’amministratore della società che commercializzava gas il reato di omesso versamento dell’I.V.A. per l’anno 2016, per un valore complessivo di oltre 1.800.000 euro, sottoponendo a sequestro, tra l’altro, un’imbarcazione da diporto della stazza di 29 tonnellate e 17 metri di lunghezza, del valore commerciale di 650.000 euro, nascosta in un cantiere navale di Olbia.

La Compagnia di Portici, anch’essa dipendente dal I Gruppo Napoli, al termine di una verifica fiscale nei confronti della società attiva nel commercio di gomma e plastiche ha quantificato in un solo biennio, l’IVA dovuta pari a 1.200.000 euro, evasa tramite un meccanismo fraudolento fondato sull’emissione e sull’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, prodotte da c.d. imprese “cartiere”. Anche in questo caso è stato operato nei confronti della società e degli amministratori il sequestro di disponibilità finanziarie sui conti correnti e di immobili del valore pari all’imposta evasa.

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