Le opposizioni contestano il mancato passaggio in aula della delibera sul nuovo contratto tra Comune e Napoli Servizi per la gestione del patrimonio.
Polemiche al Consiglio Comunale di Napoli, con tutte le opposizioni che contestano il mancato passaggio in aula della delibera sul nuovo Contratto di servizio stilato tra il Comune e la Napoli Servizi per la gestione del patrimonio. Come riporta “Il Mattino”, “da parte dell’amministrazione – ha detto il consigliere David Lebro de “La Città”- c’è il reiterato disprezzo per l’aula che si manifesta anche oggi con la decisione di parlare di patrimonio senza che il Consiglio abbia discusso del nuovo Contratto di servizio”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il M5S, con il consigliere Matteo Brambilla che ha osservato: “La Giunta scientemente scavalca il Consiglio. Noi vogliamo dati, numeri e sapere che cosa ha fatto in questi anni la Napoli Servizi a cui con il Contratto di servizio si affidano ulteriori incarichi”. Dai banchi della maggioranza, Pietro Rinaldi ha replicato che “la delibera sul Contratto di servizio è un pezzettino della discussione sul Patrimonio che noi siamo pronti ad affrontare. Quell’atto non è nell’ordine dei lavori e può e deve essere esaminato in altre sedi quali le commissioni”. Le polemiche sono state così forti da far richiedere alle opposizioni (attraverso il consigliere Domenico Palmieri) la sospensione del Consiglio comunale, con successiva convocazione di una riunione della conferenza dei capigruppo. Il Consiglio è saltato per mancanza del numero legale: a decretare lo scioglimento della seduta è stato l’esito della votazione alla pregiudiziale presentata dalle opposizioni e illustrata dal consigliere pentastellato Brambilla, che ha visto pezzi di maggioranza uscire dall’aula con le forze di opposizione. In aula sono rimasti solo 13 consiglieri, insufficienti per proseguire il dibattito. Con la pregiudiziale le opposizioni chiedevano che l’atto relativo al nuovo Contratto di servizio tra Comune e Napoli Servizi fosse portato in aula come “atto di proposta al Consiglio” e non come atto di Giunta. Pregiudiziale che in aula ha trovato il no dell’amministrazione comunale: “L’atto – ha affermato l’assessore al Bilancio, Enrico Panini – è legittimo. Rifarlo e riproporlo, metterebbe a rischio la società partecipata e i 1700 lavoratori”.