sabato, Dicembre 21, 2024

Giacomo Leopardi, ritrovata una rara lettera

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

Ritrovata una rara e preziosa lettera scritta da Giacomo Leopardi al Conte Carlo Emanuele Muzzarelli che da oggi sarà presente nell’autorevole fondo Leopardiano, gelosamente conservato nella Biblioteca Nazionale di Napoli. 

E’ di pochi giorni fa la lusinghiera notizia del ritrovamento di una preziosissima lettera autografa di Giacomo Leopardi che fu indirizzata all’amico e letterato, il Conte Carlo Emanuele Muzzarelli e andrà ad arricchire il già prezioso e autorevole fondo Leopardiano che è conservato nella  Biblioteca Nazionale di Napoli.

Quest’ultima, infatti, si è aggiudicata, all’asta della Finarte di Libri, Autografi e Stampe, dello scorso mercoledì 18 novembre, una rara lettera di Giacomo Leopardi scritta da  Bologna il 18 dicembre 1825 e indirizzata all’amico, il Conte Carlo Emanuele Muzzarelli, personaggio di riferimento dello scenario culturale romano.

La Biblioteca nonostante la chiusura forzata dovuta alle disposizioni governative  di contenimento della pandemia da Covid, – dichiara il direttore, Gabriele Capone –  non ha interrotto la sua costante ed intensa azione  di tutela della memoria del grande poeta e la costante attività di valorizzazione del fondo con la ricerca di  altre testimonianze leopardiane  nelle mani di privati.  “

La Biblioteca Nazionale di Napoli si è, infatti, aggiudicata, all’asta della FINARTE di Libri, Autografi e Stampe, dello scorso mercoledì 18 novembre, una rara lettera di Giacomo Leopardi  scritta da  Bologna il 18 dicembre 1825 e indirizzata all’amico, il Conte Carlo Emanuele Muzzarelli, personaggio di riferimento dello scenario culturale romano.

Giacomo Leopardi, ritrovata rara lettera che sarà custodita nella Biblioteca Nazionale di Napoli
Napoli Biblioteca Nazionale Lettera autografa di Leopardi a Muzzarelli -foto G. Didato

A Napoli  è conservata – spiega Capone –  la quasi totalità del corpus delle opere letterarie, filosofiche e saggistiche leopardiane, ed anche  oltre l’ 80% delle corrispondenze inviate da parenti ed amici  allo stesso Leopardi, l’impegno della Biblioteca, pertanto,  è da tempo rivolto ad incrementare il nucleo di  lettere scritte dallo stesso leopardi a letterati ed amici  per svelarne quegli  aspetti artistici , poetici e  personali  legati anche a specifiche tappe di luoghi  e momenti storici

Si tratta di un documento autografo – precisa il direttore Capone – di particolare interesse bibliografico e storico, di cui si trovano riferimenti in letteratura; più volte citato negli epistolari e repertori, si rivela  utile ad una maggiore comprensione della personalità del poeta. La lettera ci presenta un comportamento di  Giacomo Leopardi diverso dall’abituale, sempre schivo e riservato; nella missiva, infatti, il  poeta, testimonia l’apprezzamento per i versi scritti in suo onore  dal conte Muzzarelli,  accogliendo  compiaciuto  di farli pubblicare. “

La missiva  firmata da Giacomo Leopardi, infatti, riporta :  “… Approfittando della licenza che mi avete concesso, ho fatto stampare qui le vostre belle quartine in un foglio periodico di cui vi mando una copia. Se desidera qualche altra copia, vedrei di poterti servire …” L’ode composta in  onore di Giacomo Leopardi,  sarà pubblicata, infatti,  su “Notizie teatrali bibliografiche e urbane o Il Caffè di Petronio”,del 24 novembre, 1825, n°51, p. 203, nei versi il conte Carlo Emanuele Muzzarelli celebra Leopardi per le sue prime Canzoni e soprattutto per quella “All’Italia”, versi che in quel momento a Bologna, infiammavano tutti i liberali.

“O tu, che la tua patria in suono ardito

Togliesti all’ozio indegno,

Di un’anima non vile odi l’invito,

Di Te, di Ausonia degno” scrive Muzzarelli, ammirato  per il sincero entusiasmo patriottico di Leopardi  e per la sua aspirazione al Risorgimento dell’Italia.

In una Nota di carattere letterario e suffragata da fonti certe, si legge che Giacomo Leopardi scrisse una lettera da Bologna da dove ritornò il 29 settembre 1825 per restarvi fino al 3 novembre 1826. Ed fu proprio a Bologna che prese alloggio in una pensione presso la famiglia del tenore Aliprandi, in una casa contigua al teatro del Corso. 

A pochi passi dal suo domicilio abitava l’impresario ed editore Pietro Brighenti (1775-1846), direttore del settimanale «Caffè di Petronio». La citata lettera autografa, firmata in 4a pagina, mm 240 x 188, fu indirizzata da Bologna al conte Carlo Emanuele Muzzarelli che si trovava a Roma, e reca la data del 18 dicembre 1825.

La lettera, che presenta un piccolo strappo al margine bianco superiore, ha il timbro postale della città di Bologna, con la data di arrivo del 22 dicembre, inoltre si distinguono chiaramente le tracce del bollo a cera, in brunito. 

Il conte Carlo Emanuele Muzzarelli, laureato in giurisprudenza e revisore dei conti presso il tribunale della Sacra Rota, è stato senza dubbio una figura di riferimento nel vasto panorama culturale romano, con una costante e proficua attività letteraria e culturale. Infatti pubblicò numerosi versi e soprattutto fece parte di varie e prestigiose accademie, tra cui l’Arcadia (con il nome Dalindo Efesio), la Tiberina, la Latina (di cui era anche presidente), l’Accademia dei Lincei, l’Accademia di S. Luca e la Pontificia Accademia di Archeologia.

Era pertanto in corrispondenza con Leopardi, in onore del quale compose l’ode al conte Giacomo Leopardi, che fu pubblicata su “Notizie teatrali bibliografiche e urbane o Il Caffè di Petronio”, I [1825], 51, p. 203, di cui alla presente lettera.

Una lettera che testimonia il legame tra i due letterati e getta nuova luce sulla breve vita del poeta di Recanati, offrendoci spunti stimolanti che vanno ad arricchire il già cospicuo bagaglio di informazioni sulla vita di questo grande poeta.

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