Da domani a domenica 10 ottobre al Teatro Cortese dei Colli Aminei l’attore Gianni Caputo con lo spettacolo “‘O ciardino d”e pparole”.
Grande attesa al Teatro Cortese dei Colli Aminei dove nel segno della comune ripresa, da venerdì 8 a domenica 10 ottobre, arriva l’attore Gianni Caputo con lo spettacolo “‘O ciardino d”e pparole”.
Per il pubblico della sala caparbiamente tenuta viva da Anna Sciotti, una passeggiata nella poesia napoletana del ‘900. Portare la grande poesia napoletana su di un palco, in una forma che sia quanto più lontana possibile dalla angustia del recital statico dietro ad un leggio.
E’ questo l’ambizioso e affascinante obiettivo dello spettacolo. Restituire alla poesia, quella vita e quella ricchezza espressiva che hanno bisogno di occhi e di un corpo, vivi, pulsanti. Eduardo De Filippo, Raffaele Viviani, Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo, Libero Bovio, Rocco Galdieri, questi gli autori, grazie ai quali il pubblico sarà accompagnato verso la ricerca e la riscoperta della bellezza intramontabile dei loro versi.
Un viaggio necessariamente breve, ma ricco di emozioni attraverso l’inestimabile patrimonio di suggestioni, storie e immagini che ci hanno lasciato questi meravigliosi cantori di Napoli e della sua gente.
Versi scelti di proposito tra quelli meno conosciuti di questi grandi poeti, per accompagnare gli spettatori alla scoperta di inestimabili tesori e melodie dal fascino eterno. Una passeggiata romantica e passionale nel segno della conoscenza di quei personaggi che hanno tratteggiato le storie ricche di umanità che ci hanno raccontato. A levarsi nell’aria saranno l’essenza, le suggestioni e il profumo dei loro versi. Per tutti un incantato “giardino della poesia” ricco di magia, creatività e parole.
In scena con la voce di Gianni Caputo e il sottofondo con la chitarra virtuosa di Gianluca Marino, l’atmosfera dei vicoli di Napoli, l’umanità che li popola, i versi sull’amore, sulle notti napoletane, sulla morte e sull’aldilà, fino a giungere sui lidi delle meravigliose canzoni di cui i poeti napoletani hanno scritto gli immortali versi. “Questo spettacolo – ha detto Gianni Caputo- nasce dall’esigenza di ribadire l’urgenza, la fame, il bisogno che tutti abbiamo della poesia. E ancora di più di una poesia, che sappia richiamarci alle origini, alle radici, che riesca a spiegarci da dove veniamo. Che poi è la condizione necessaria per capire chi siamo oggi e a che cosa stiamo andando incontro”.