Il Gruppo Italiano per la Formazione ECM in Sanità-GIFES chiede, con una lettera indirizzata al ministro della Salute Roberto Speranza, urgentemente un confronto per pianificare la riapertura delle attività formative ECM in presenza a partire dall’inizio di maggio.
Ricordiamo che il gruppo GIFES è l’unità operativa di Federcongressi&eventi che rappresenta oltre 120 Provider ECM accreditati presso Agenas.
“Non possiamo attendere il termine dello stato di emergenza fissato al 30 aprile per valutare tale opportunità”, commenta Alberto Iotti, coordinatore di GIFES e responsabile provider ECM Federcongressi&eventi.
“Come tutte le attività che richiedono lunghe fasi di progettazione e pianificazione, infatti, tale ritardo di valutazione comprometterebbe inevitabilmente l’offerta formativa perlomeno fino al settembre 2021, con conseguenze di forte impatto negativo sia sulla qualità dell’aggiornamento del personale sanitario sia sulle imprese che lo erogano”.
“Come molti altri settori, anche la formazione sanitaria ha subìto un contraccolpo violentissimo che, oltre a investire le aziende del comparto, determina preoccupanti ripercussioni in termini di offerta formativa dedicata agli operatori sanitari. Tutto ciò in un momento in cui la repentina mutazione del contesto scientifico necessita invece di aggiornamento e confronto continuo”.
“Il calo degli eventi accreditati in ossequio alla normativa ECM si è attestato nell’ordine del 46% (circa 20.300 eventi nel 2020 vs circa 36.300 nel 2019). La maggior parte degli eventi formativi erogati risulta ovviamente in modalità Formazione A Distanza-FAD, manifestando tutti i limiti di tale metodologia che non può in alcun modo considerarsi succedanea della formazione in presenza”.
“Pur nella piena consapevolezza della situazione sanitaria attuale, e pur comprendendo e condividendo le disposizioni contenute nei Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, riteniamo che, per l’importanza sociale che riveste, la formazione continua in sanità meriti un’attenzione particolare e una disciplina di periodo ad hoc, distinta dai grandi eventi pubblici di piazza, dalle fiere e dai grandi congressi associativi o convention aziendali, realtà di diversa natura e portata che peraltro necessiterebbero anch’esse non appena possibile di un piano di riapertura”.
“A motivazione della nostra richiesta vanno evidenziati 2 punti. Il primo è che entro breve buona parte degli operatori sanitari italiani sarà vaccinata con conseguente riduzione pressoché totale del rischio di contagio.
Il secondo punto è che le attività formative afferenti al Programma Nazionale di Educazione Continua in Medicina rappresentano un obbligo di legge a cui tutti i professionisti sanitari italiani devono attenersi anche durante questo periodo di emergenza, così come evidenziato nella circolare della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del 07 gennaio 2021 in materia di eventi formativi relativi alla rianimazione cardio-polmonare”.
“Nel comprendere lo spirito delle vigenti disposizioni in merito ai criteri di caratterizzazione cromatica delle realtà regionali, siamo pienamente disponibili a modulare di concerto con le istituzioni sanitarie ambiti di territorialità e limiti numerici delle attività formative tali da ridurre drasticamente il rischio di potenziale contagio”.
Articolo pubblicato il: 21 Gennaio 2021 16:01