giovedì, Dicembre 5, 2024

Gigi Proietti esce di scena nel giorno dei suoi 80 anni: addio ad un grande mattatore

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Gigi Proietti: uno dei simboli della romanità (mattatore di teatro, cinema, doppiaggio e televisione, oltre che insegnante di recitazione) è morto per problemi cardiaci nel giorno in cui ha compiuto 80 anni.

Lo spettacolo italiano piange la morte di Gigi Proietti, deceduto nel giorno in cui ha compiuto 80 anni: era ricoverato in una clinica romana a causa di gravi problemi cardiaci.

L’annuncio della morte di Proietti è stato dato dai familiari di uno dei grandi mattatori dello spettacolo italiano, capace di ironizzare anche sulla sua data di nascita, il 2 novembre (giorno dedicato alla commemorazione dei defunti): “Che dobbiamo fa’, la data quella è…”.

Una battuta che fa capire l’ironia di un grande simbolo di romanità, un personaggio che in più di 50 anni ha fatto la storia del teatro (da direttore del “Brancaccio” e con i suoi spettacoli, come A me gli occhi please), del cinema (leggendario Mandrake, pronunciato alla romana, di Febbre da cavallo), del doppiaggio (suoi il celeberrimo urlo Adrianaaa nel primo Rocky e la voce del Genio del cartone Aladdin) e della televisione (Il Maresciallo Rocca è rimasto nel cuore di tutti gli italiani incollati alla televisione per ben cinque stagioni, senza dimenticare la conduzione di tanti programmi, come Cub 92 o Cavalli di battaglia).Gigi Proietti esce di scena nel giorno dei suoi 80 anni: addio ad un grande mattatore Nella sua carriera anche una partecipazione al Festival di Sanremo, quando nel 1995 calcò il palco dell’Ariston con il Trio Melody (insieme a lui Peppino Di Capri e Stefano Palatresi) interpretando la canzone Ma che ne sai… (…se non hai fatto il piano-bar), vari spot pubblicitari e tante barzellette raccontate al pubblico con la sua inimitabile mimica.

Senza dimenticare la sua grande dedizione per i giovani, per i quali ha aperto una storica scuola di recitazione (da cui sono usciti vari attori di successo, come Flavio Insinna ed Enrico Brignano). Grande anche il suo amore per Napoli, le canzoni napoletane ed Eduardo De Filippo (che aveva conosciuto personalmente).

Gli ultimi ruoli al cinema sono stati nel film Il Premio di Alessandro Gassmann (figlio di quel Vittorio di cui Gigi ha di fatto raccolto il testimone come mattatore dello spettacolo italiano) e in Pinocchio di Matteo Garrone (nel ruolo di Mangiafuoco). E quando riapriranno i cinema, Gigi Proietti sarà ancora protagonista nel film Io sono Babbo Natale.

Quei cinema che (come i teatri) sono chiusi a causa dell’emergenza Covid 19. Già, il virus, che beffardamente impedirà alla sua Roma di mobilitarsi in appassionati assembramenti per rendergli l’ultimo saluto, come accaduto nel 2003 per un altro immenso esponente della romanità, Alberto Sordi, cui Gigi Proietti (che nella sua vita si è cimentato anche nella poesia, seguendo l’esempio di Belli, Trilussa e Petrolini) dedicò un elogio funebre in versi romaneschi.

Lo spettacolo e la cultura italiana dicono addio a un maestro, che, come solo gli artisti più grandi sanno fare, esce di scena lasciando in eredità due straordinarie virtù: l’umiltà e il non essersi mai preso troppo sul serio.

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