Giochi, Baretta incontra Agcai: “No all’aumento delle vlt”
“Nei piani del governo non esiste l’idea che le videolottery aumentino, semmai dovremmo ridurle, e non abbiamo in mente né di scambiarle con le awp, né che debbano trovarsi nei bar”. Lo ha detto il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, intervenendo al dibattito organizzato dall’Associazione gestori e costruttori degli apparecchi da intrattenimento dopo la definizione degli accordi presi in Conferenza Unificata Stato-Regioni sull’apertura di circa 5mila nuove sale da gioco, cui hanno preso parte anche le deputate Michela Rostan (Articolo 1 Mdp) e Paola Binetti (Idea), e il generale Antonio Pappalardo, fondatore del Movimento Liberazione Italia. “Dall’incontro con Agcai è emersa la necessità di approfondire il tema della distribuzione sul territorio delle macchine da gioco e siamo disponibili a confrontarci”, ha proseguito il rappresentante del governo, “questo è un mercato che sta cambiando e raccomando ai gestori di riflettere su questo punto, ma da parte nostra non c’è nessuna intenzione punitiva, né una riduzione della dimensione del loro ruolo. La diminuzione è dell’offerta di gioco, con le Awp che passano da 400mila a 265mila e la riorganizzazione dell’offerta sul territorio”. Sul punto più delicato che contestano i produttori, ovvero la scelta di colpire le macchine da intrattenimento piuttosto che le pericolose videolottery, il sottosegretario ha affermato: “Le vlt sono 50mila e le awp 400mila, abbiamo cominciato la riduzione da queste ultime perché si trovano per strada e in tutti i punti più vicini alla vita dei cittadini, e c’era una sensibilità sociale, ma i temi delle vlt e dell’online dovranno essere affrontati, e sui quali stiamo lavorando”. “Il gioco d’azzardo nascosto dal governo rovina le famiglie e le imprese italiane”. È il grido d’allarme lanciato dal presidente dell’Agcai, Benedetto Palese. “Questo provvedimento rischia di peggiorare ulteriormente il fenomeno della dipendenza dal gioco d’azzardo, che in Italia conta oltre 1 milione e 300mila vittime – ha aggiunto -. Certificare e concentrare tutto il gioco nelle sale è pericolosissimo, perché da un lato anche i Bar e i Tabacchi ben arredati, con le sembianze tipiche del Casinò lo saranno, offrendo tutti quei servizi che permettono al giocatore di sentirsi in un contesto dove non deve pensare a nient’altro che a giocare”. Inoltre, ha detto ancora Palese, “i concessionari hanno qualche migliaio di videolottery nei magazzini che di certo verranno usate nelle 5mila nuove sale scommesse che verranno aperte in Italia subito dopo il bando che verrà emanato entro il prossimo 31 ottobre. Noi pensiamo, invece, che le macchine da intrattenimento (Awp), in quantità ridotta, devono rimanere nei Bar, diventando tecnicamente più di abilità diminuendone la loro perdita oraria. La loro allocazione – ha chiosato Palese – non dovrebbe anche essere nascosta perché il giocatore non deve mai perdere il contatto con la realtà e deve beneficiare del controllo che gli stessi esercenti possono operare”. Per Michela Rostan “c’è bisogno di capire le istituzioni da che parte stanno: dei cittadini, spesso vittime di problemi enormi, o da quella delle multinazionali che, purtroppo, continuano a fare la loro grossa parte nel nostro Paese”. Perché, ha proseguito la parlamentare di Articolo 1 Mdp, “abbiamo un primato: siamo leader in Europa sulle slot, è un problema che tarda a trovare una soluzione, ma abbiamo una necessità impellente, perché se è vero che da un lato, ed in particolare nel 2016, lo Stato ha incassato 1 miliardo in più sul gioco d’azzardo rispetto al 2015, dall’altro non può far cassa sulla pelle della gente, ma deve adottare provvedimenti seri”. Per questo, ha spiegato Rostan, “ho presentato un’interrogazione parlamentare al governo per chiedere conto di quanto deciso in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni, cioè la possibilità di aprire fino a 5mila nuove sale da gioco e soprattutto in che modo tutto questo avverrà, perché non dimentichiamoci che il gioco d’azzardo alimenta fenomeni come usura e strozzinaggio che sicuramente devono essere debellati”. Anche Paola Binetti ha puntato i riflettori sui risvolti sociali e socio-economici della riforma: “Le aziende sono cresciute su una iper-proliferazione delle macchine, che noi non siamo disposti ad accettare, perché una super offerta di gioco è un fattore facilitante affinché si creino quelle condizioni che poi portano a vere e proprie dipendenze” e “su questo punto abbiamo fermezza di principi e chiarezza di idee, sperando di poter raggiungere già in questa legislature gli obiettivi che ci siamo prefissati”, ha affermato la deputata, che ha voluto però precisare: “Sia ben chiaro, noi difendiamo tutti i posti di lavoro delle persone coinvolte”. Infine il generale Antonio Pappalardo, leader del MLI, in un accalorato intervento, ha lanciato la proposta: “Tutto quello che viene ricavato dal gioco dovrebbe andare a scopo di beneficenza”, perché oggi “invece, non si sa dove finiscano questi soldi e in che tasche, soprattutto”.