In diretta a ‘Barba&Capelli Speciale Coronavirus’, trasmissione di Corrado Gabriele in onda su Radio CRC, è intervenuto Giulio Tarro, virologo: “L’esperienza della prima SARS, che con la primavera è andata a scemare, può darci uno spettro di quello che potrebbe essere il nostro futuro prossimo. L’indicazione importante è stata quella che afferma che gli anticorpi dei soggetti futuri potrebbero essere utilizzati su persone in condizioni gravi, esattamente come dovrebbe fare un vaccino. In Cina, il plasma di tanti soggetti guariti è stato utile per curare i malati di covid-19.
Abbiamo più contagiati di quelli che eventualmente pensavamo di avere, quindi questo metodo è utile per due motivi: molti di noi potrebbero avere più anticorpi e, di conseguenza, diminuirebbe nettamente la mortalità.
C’è la necessità di avere più tipi di vaccino, nel caso il virus possa mutare, e gli anticorpi devono essere tali da neutralizzare almeno un tipo dei ceppi. Voglio precisare che tutte queste teorie sono sperimentali, l’unico che può darci risposte serie è il laboratorio.
Noi, su questo virus, abbiamo due osservazioni: da una parte è molto diffusivo, ma meno mortale della SARS e della MERS. Questo può permettere di stabilire qualche cosa che riguarderà l’eventuale contagio dell’epidemia stagionale. Se questo è un virus che deriva direttamente dal pipistrello, la percentuale genetica di variabilità è minore della SARS. Esistono ben 50 tipi di coronavirus differenti che possono essere trovati all’interno del pipistrello e per i quali circa il 3% degli allevatori cinesi hanno anticorpi. È facilmente dimostrabile che questo possa essere un virus scappato inconsapevolmente da un laboratorio a causa di mancate tecniche di sicurezza. Che sia sfuggito da un laboratorio, oppure che venga dal pipistrello, ormai abbiamo un rapporto inter umano con esso ed è su questo che dobbiamo concentrarci. Non mi pare che quello che hanno fatto fin ora gli studiosi cinesi sia stato sufficiente per dimostrare una o l’altra ipotesi.
Abbiamo un lavoro importante dell’esercito americano che ha dimostrato che, nel 36% dei casi, i soggetti vaccinati per l’influenza, avevano una maggiore attivazione nei confronti de coronavirus. Teniamo in considerazione il lavoro del 2008 in cui sia il virus influenzale, che un altro virus, associati al pneumococco e al meningococco, sono diventati più violenti. Non si può fare una percezione di vaccinazione attraverso le conoscenze che abbiamo adesso.
I bambini hanno un aspetto immunologico diverso con cui affrontano il virus, attraverso le cellule helper in grado di bloccare il virus.
Si affronterà con l’utilizzo delle prescrizioni igieniche e di mascherine, che inizialmente erano solo consigliate, ma non obbligatorie. Gli stessi cinesi, quando hanno visitato la Lombardia, si sono meravigliati di quante persone non utilizzassero la mascherina. In Corea del Sud hanno adottato la politica del “tampone per tutti” e il controllo telematico della situazione, non raggiungendo il picco e avendo una mortalità al di sotto dell’1%. Questa deve essere l’intenzione del nostro Governo”.
Articolo pubblicato il: 21 Aprile 2020 22:31