Dopo l’emozionate, intenso e prestigioso recital pianistico di Mariangela Vacatello, che ha inaugurato lo scorso giovedì la nuova Stagione Concertistica dell’Associazione Alessandro Scarlatti, incantando il fortunato pubblico presente alla serata, con un magnifico e poderoso programma, da Listz a Scrjabin, passando per Beethoven, la stagione continua con una presenza più giovane ma altrettanto virtuosa e coinvolgente, sto parlando di Giuseppe Gibboni, che ha avuto il merito di riportare dopo ben 24 anni il prestigioso Premio Paganini non solo in Italia, ma in Campania. Quarto italiano nella storia del prestigioso concorso (prima avevano trionfato Accardo, Quarta e Angeleri) classe 2001, inizia lo studio del violino all’età di 3 anni con suo padre Daniele.
Dopo il diploma al Conservatorio di Salerno a soli 14 anni, viene ammesso all’Accademia Stauffer di Cremona nella classe di Salvatore Accardo. Nel 2016 riceve il Diploma d’Onore ai corsi di Alto Perfezionamento all’Accademia Chigiana di Siena e quindi si perfeziona con il massimo dei voti e menzione della giuria all’Accademia Perosi nella classe di Pavel Berman. Dopo il terzo premio al Concorso Enescu di Bucarest, stravince nel 2021 il 56° Premio Paganini di Genova, portando a casa oltre al premio speciale per la miglior esecuzione del concerto di Paganini, il premio speciale per il maggior riconoscimento da parte del pubblico e il premio speciale per la migliore interpretazione dei Capricci di Paganini. Una carriera strabiliante per un ragazzo giovane e schivo: «La vittoria al Paganini mi ha cambiato la vita artistica e sconquassato un po’ anche quella sociale. – dice in una intervista al Corriere della Sera – Non voglio bruciare le tappe, voglio scegliere e preparare al meglio i concerti. Non voglio passare per presuntuoso, ma continuo a sognare e se mi chiede che cosa sogno… beh, chi non vorrebbe suonare alla Scala, o con i Berliner o i Wiener Philharmoniker?». Gibboni è già stato ospite della Associazione Alessandro Scarlatti nel pieno della pandemia, in un concerto nei giardini di Villa Pignatelli in duo con il pianista Silvestro a luglio 2020.
Quello che ascolteremo giovedì 27 ottobre, sarà un programma interamente dedicato al Romanticismo, che si aprirà con la Serenade per archi di Vassily Kalinnikov, compositore e fagottista russo; seguirà un funambolico brano di Henryk Wieniawski, tra i più acclamati violinisti dell’Ottocento e poi ci sarà la celeberrima “Campanella” di Paganini, terzo e conclusivo movimento del Secondo Concerto in si minore che ormai vive di vita propria anche grazie alla celebre e difficile trascrizione di Liszt, per pianoforte.
Chiuderà il programma Edvard Grieg, autore tardoromantico norvegese, con tre brani orchestrali che metteranno in luce le qualità sonore dell’orchestra da camera triestina, una delle prime orchestre da camera sorte in Italia nel dopoguerra. Questo concerto rientra in un tour nazionale che toccherà 10 città, da Trieste a Palermo, nell’ambito del progetto “Circolazione musicale in Italia” del CIDIM Comitato Nazionale Italiano Musica.
Biglietti:
platea e palco I° fila € 25;
palco II° € 18;
palco III° fila €12
ridotto giovani (under 30) €12
Prevendita online: www.azzurroservice.it
Infoline
Associazione Alessandro Scarlatti
081 406011
Whatsapp 3426351571
info@associazionescarlatti.it; www.associazionescarlatti.it
Programma
Vasilij Kalinnikov (1866 – 1901)
Serenade per archi
Henryk Wieniawski (1835 – 1880)
Variazioni su un Tema originale per violino e archi
Niccolò Paganini (1782 – 1840)
La Campanella per violino e orchestra
Edvard Grieg (1843 – 1907)
Due melodie elegiache per archi
Cuore infranto
Primavera
Dai tempi di Holberg, suite in stile antico
Articolo pubblicato il: 24 Ottobre 2022 22:53