Zeinab Sekaanvand, la “sposa bambina” condannata a morte in Iran per l’uccisione del marito quando era ancora minorenne è stata giustiziata ieri. La denuncia arriva da Amnesty International.
Zeinab, costretta a sposare il marito quando aveva15 anni, è stata giustiziata ieri. Si era ribellata alle sue violenze, uccidendolo. Dopo l’arresto, aveva inizialmente confessato l’omicidio in seguito alle percosse dei poliziotti, per poi ritrattare successivamente, accusando il fratello del marito di averla violentata e poi di aver commesso l’omicidio.
La storia
Condannata a morte, la pena era stata rimandata dopo che, nel 2016, in carcere la giovane si era risposata con un detenuto ed era rimasta incinta.
Zeinab partorì un bimbo morto. Secondo i medici il decesso fu causato dallo shock subito dalla giovane dopo l’esecuzione della sua compagna di cella.
Amnesty International ha tentato in tutti i modi di sensibilizzare il mondo e contribuire a salvare la vita alla giovane. Purtroppo, a differenza di Noura (leggi anche https://www.2anews.it/sudan-noura-hussein-sposa-bambina-annullata-la-pena-di-morte.html), questa volta l’intervento della ong, non è riuscito a risparmiare la pena di morte a Zeinab.
Afferma Amnesty International che dal 2005 ci sono state circa 90 esecuzioni come quella di Zeinab, di cui almeno cinque nel 2018. Nelle carceri del Paese restano in attesa dell’esecuzione almeno altri 80 minorenni al momento del reato.
Nel mondo il fenomeno della sposa bambina, nonostante le campagne e gli appelli, resta allarmante: ce ne sarebbero almeno 15 milioni.