Sul rischio infertilità i cellulari sono assolti, ma solo per insufficienza di prove. Lo affermano gli esperti della Società Italiana di Andrologia (Sia), che in occasione dell’ultimo congresso hanno rivalutato gli studi condotti finora sull’argomento.
Le ricerche, spiegano gli esperti, hanno fornito dati contrastanti, e molti degli allarmi arrivano da indagini condotte su modelli animali che non rispecchiano ciò che avviene nell’uomo.
I cellulari sono entrati in commercio alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, ma si sono diffusi in maniera progressiva negli ultimi 20 anni, al punto che è molto raro trovare persone che non ne fanno uso, ma oggi purtroppo l’ utilizzano adulti e anche i bambini.
Le onde a radiofrequenza emesse da questi apparecchi non sono radiazioni ionizzanti in grado di causare mutazioni cancerogene in maniera diretta e sul DNA ma comunque possono provocare il riscaldamento dei tessuti, naturalmente a un utilizzo normale e non eccessivo.
Queste onde sono prodotte dall’antenna del cellulare e l’energia emessa per qualche minuto vicino all’orecchio riscalda immediatamente la pelle. La loro massima emissione avviene infatti durante una chiamata effettuata dall’auto, sotto una galleria o dal treno, il momento in cui l’apparecchio deve agganciare diversi ripetitori man mano che il mezzo di trasporto si sposta.
La durata ed il numero delle chiamate al cellulare effettuate al giorno sono notevolmente aumentate, per cui diversi scienziati di alcuni paesi hanno segnalato la necessità di ulteriori studi ed approfondimenti.
Gli esperti e le agenzie internazionali per adesso raccomandano di utilizzare gli auricolari e di tenere l’apparecchio quando è inattivo lontano dal corpo per evitare che grosse quantità di energia possa essere assorbita dai tessuti.
Oggi fortunatamente è migliorata la tecnologia ed i cellulari di ultima generazione emettono energie molto più deboli di quelle dei primi modelli
Articolo pubblicato il: 23 Novembre 2019 14:00