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“Gli Etruschi e il MANN”, la mostra a Napoli dal 12 giugno 2020

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

Inaugurata questa mattina la mostra “Gli Etruschi e il MANN”. In programma al Museo Archeologico Nazionale di Napoli sino al 31 maggio 2021.

Dopo i terribili giorni della pandemia che ha stravolto le abitudini degli italiani e bloccate tutte le attività culturali, il Mann, già aperto al pubblico da molti giorni, ha inaugurato oggi un’importante e preziosa mostra dedicata agli Etruschi.

La mostra

L’esposizione, che raccoglie circa 600 reperti (di cui 200 visibili per la prima volta), è stata curata da Paolo Giulierini (Direttore del MANN) e Valentino Nizzo (Direttore Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia), mentre il coordinamento scientifico è stato curato da Emanuela Santaniello (funzionario archeologo del MANN). L’organizzazione è stata affidata ad Electa.

All’anteprima riservata a stampa ed istituzioni, hanno partecipato, insieme ai curatori, Rosanna Romano (Direttore Generale per le Politiche Culturali e il Turismo/ Regione Campania), Carlos Maldonado Valcàrcel (Console Generale di Spagna a Napoli), Teresa Elena Cinquantaquattro (Soprintendente SABAP per l’area metropolitana di Napoli) e Luigi La Rocca (Soprintendente SABAP per il Comune di Napoli), che con la loro presenza hanno voluto sottolineare l’importanza per questo museo e per la città di Napoli, di una mostra così ben curata e senza dubbio molto interessante, sotto tutti i punti di vista. "Gli Etruschi e il MANN", la mostra a Napoli dal 12 giugno 2020

Il Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna, non è intervenuto all’evento, ma ha mandato un messaggio di saluto ai partecipanti, ricordando che la rete tra istituzioni ha favorito itinerari espositivi dedicati ai legami tra la città vesuviana e le diverse culture dell’antichità.

Gli Etruschi sono abitualmente associati ad altri territori, come la Toscana, il Lazio e l’Emilia Romagna. Solo dalla seconda metà dell’Ottocento, più o meno con l’Unità d’Italia, è stata accettata ufficialmente l’idea di una loro presenza in Campania.

Ma nessuno aveva mai dedicato a questo tema una mostra di simili dimensioni”, ha detto Paolo Giulierini, “Attraverso reperti provenienti dai depositi del Museo, insieme a prestiti di altre istituzioni e collezioni, ricostruiremo una storia di frontiera, nella quale gli Etruschi possono essere considerati quasi come dei cowboy. Partendo probabilmente dall’Umbria, raggiunsero le pianure campane e le dominarono per diversi secoli, intrecciando legami culturali, commerciali e artistici molto stretti con gli altri abitanti di quei luoghi, gli altri popoli italici e i Greci. "Gli Etruschi e il MANN", la mostra a Napoli dal 12 giugno 2020

Scavare negli sterminati depositi del MANN è sempre un privilegio unico”, ha poi spiegato Valentino Nizzo, “Farlo per andare a caccia di Etruschi lo ha reso ancora più avvincente. Da un lato perché si è così potuto delineare un rigoroso percorso storico-archeologico volto a ricostituire la trama di relazioni che caratterizzò la plurisecolare presenza degli Etruschi in Campania. Dall’altro perché l’approfondimento delle vicende antiquarie e collezionistiche legate alla riscoperta dell’importanza del loro dominio nella regione ha offerto una prospettiva per molti versi inedita sull’evoluzione della disciplina archeologica."Gli Etruschi e il MANN", la mostra a Napoli dal 12 giugno 2020

Ancora una volta l’impegno e l’attenzione che il direttore Giulierini dedica a questo museo, rende mostre come questa ancora più prestigiose e caratterizzate da una valenza archeologica di notevole spessore, che potremmo definire, in un certo senso, di “nicchia”, visto il lavoro egregio che è stato fatto a favore di questo nuovo allestimento all’interno di uno dei musei più importanti del mondo.

La mostra va visitata e studiata perché approfondisce in modo chiaro e definitivo il rapporto che gli Etruschi hanno avuto con la nostra regione, attraverso una lunga seria di oggetti (finalmente riportati alla luce) esposti nelle due piccole ma preziose sale del museo, allestite con garbo e cura, trovando anche l’approvazione positiva e convincente di stimati e competenti archeologi, presenti all’anteprima della stessa.   

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