Gomorra 3 La serie, in onda su Sky tornano per raccontarci le guerre di Scampia e Secondigliano, allargandosi, quest’anno, al centro di Napoli e alle periferie di Roma, Parigi e Sofia.
Ieri sera è andata in onda la prima puntata di Gomorra 3 la serie e ha mostrato tutto la forza che è riuscita ad accumulare in questi anni di successi italiani ed internazionali. La serie tv di Sky, consapevole di essere diventata fiore all’occhiello della nostra produzione seriale, non si monta la testa e fa ciò che meglio gli riesce: unire realtà e finzione con un racconto fluido, semplice e terribilmente appassionante.
Ma c’è un altro aspetto che fa di questa terza stagione un punto di svolta per Gomorra: la maturità a livello psicologico dei personaggi. Gli sceneggiatori hanno privilegiato infatti una scrittura che, considerata la violenza delle scene con cui la serie tv si è fatta conoscere nelle prime due stagioni (e con mancano neanche nella terza: l’agguato al supermercato e la successiva “pulizia” lasciano a bocca aperta), è da considerare molto audace. Si sono infatti soffermati sul lato introspettivo di Genny, Ciro e Patrizia, raccontandone i tormenti interiori, che cercano di affrontare non con la pistola in mano, ma con strategie e parole, dialoghi e pensieri che diventano la loro vera arma.
Gomorra 3, dopo aver ottenuto il consenso anche fuori dall’Italia, dimostra di poter competere anche con una scrittura internazionale più contemporanea, attenta alla risoluzione dei problemi che ciascun personaggio deve affrontare e che potrebbe influire anche nella sfida tra clan che resta sullo sfondo.
Scelta coraggiosa, ma necessaria: dopo aver osato con una prima stagione che si è imposta come novità a livello nazionale, e dopo una seconda stagione che ne ha confermato la forza narrativa, la terza stagione di Gomorra 3 La serie fa un ulteriore passo e si mostra adulta, pronta a calare i protagonisti dentro il loro peggiore incubo: loro stessi.
Marco D’Amore, Salvatore Esposito, Cristiana Dall’Anna, Cristina Donadio e le centinaia (se non migliaia) di comparse che abitano il mondo della serie Sky tornano per raccontarci le guerre di Scampia e Secondigliano, allargandosi, quest’anno, al centro di Napoli e alle periferie di Roma, Parigi e Sofia. Un racconto unitario di degrado e sete di potere, che trascende dalla morsa della Camorra e si insinua profondamente nell’animo umano. Noi, da spettatori, assistiamo inermi, ipnotizzati dalla violenza e dal fascino del male che qui, purtroppo, non ha nulla di banale, alla morte e al tradimento, ai massacri, agli sguardi lanciati da sopra la canna fumante di una pistola.
La morte di Don Pietro (un Fortunato Cerlino che, sebbene il cast sia straordinario, ci mancherà terribilmente) ha fatto scattare un nuovo meccanismo nella narrazione di Gomorra 3. Gennaro (Esposito) è il principe pronto a diventare re e ad indossare quella pesantissima corona che tutto comporta, tranne che pace e serenità. Genny, però, vuole di più. Mentre gli uomini, però, si scornano in una lotta all’ultimo sangue, sullo sfondo cresce l’ombra delle donne. Sono donne che non gestiscono più il potere per conto del marito finito in carcere, sono donne crudeli, iene e pantere, capi-branco che il potere non lo ereditano: se lo prendono. Ad emergere in Gomorra 3 la serie per proseguire la narrazione della seconda stagione, sono due regine (nemiche-amiche): la iena ferita Scianel (Donadio) e Patrizia (Dell’Anna) che, dopo essersi innamorata della bestia e aver perso tutto, è pronta a farsi crescere le zanne. In fondo, se c’è qualcosa che non manca ad entrambe è il coraggio di confrontarsi con gli uomini, con la loro ottusa idea di poter essere ancora padroni. Le femmene di Gomorra 3 non hanno paura di nulla.