Con il magnifico concerto di lunedì 8 maggio 2023, presso la Sala dei Tirannicidi del Museo Nazionale di Napoli (MANN), si conclusa con grande successo, la 6° Edizione del fortunato Festival Barocco Napoletano che, da sei anni, anima la vita musicale e quindi culturale della città di Napoli, con attestati lusinghieri di grande stima testimoniati dalla presenza sempre massiccia di un pubblico attento e affascinato dalla musica barocca.
Non è un caso, infatti, che tutto parta proprio da qui, cioè dalla musica barocca, da quel secolo d’oro della musica a Napoli dove, tra la fine del ‘600 e seconda metà del ‘700, la città partenopea, grazie anche alla lungimiranza e sensibilità di Carlo di Borbone, divenne una Capitale Europea, dove venivano a studiare i più grandi musicisti e compositori dell’epoca che solo la città di Venezia poteva competere allo stesso modo.
Ed è in questo preciso contesto culturale che si inserisce il nostro Festival Barocco Napoletano, fortemente voluto da una mente viva e vulcanica del Presidente dott. Massimiliano Cerrito e dal suo Direttore Artistico M° Keith Goodman che, insieme, cercano di valorizzare, promuovere e diffondere quello che è stato uno dei patrimoni musicali più importanti e fondamentali per la Storia della Musica.
E non si poteva concludere nel migliore dei modi, questa 6° edizione del Festival Barocco Napoletano, con una serata intitolata Al dolce cantare dal Rinascimento al Barocco, affidandola ad un esperto e convincente gruppo di musicisti che conosce profondamente non solo la musica barocca, ma anche gli aspetti storici di questo meraviglioso periodo storico. Accompagnata da Adrianlfonso Pappalardo al flauto traverso, da Salvatore Scafarto alla chitarra, da Alfonso D’Aniello al violoncello e da Cristiano Pennone al contrabbasso, il mezzosoprano
Subito dopo è stata proposta la famosa aria di Purcell When i’am laid in Earth, dall’opera “Didone ed Enea”, sicuramente la più nota del compositore inglese, nella quale alla fine dell’ostinato, Didone entra con il suo lamento: una melodia dai tratti affascinanti e caratterizzata da molti effetti che rendono “visibile” la discordia della stessa Didone, magistralmente interpretata dalla brava Emanuela De Rosa. Di Alessandro Scarlatti sono state proposte due struggenti arie Il mio figlio ov’e e Ecco suona la tromba ferale affidate al personaggio di Maria e contenute nell’ultimo oratorio del compositore citato Il Dolore di Maria Vergine, scritto nel 1717 su libretto anonimo per Soli, flauto, oboe, trombe, archi e basso continuo, basato sulla passione di Cristo e narrata dai quattro personaggi principali: Giovanni Evangelista, la Vergine Maria madre di Gesù, Nicodemo e Anan. Opera della maturità, caratterizzata da una suadente vocalità e da arie estremamente lente e intense, come evidenziato dall’eccellente performance del “nostro” mezzosoprano. La bellissima Sonata di Vinci in re maggiore, per flauto e continuo, affidata al bravissimo Adrianlfonso Pappalardo, ha in un certo senso diviso in due parti il bellissimo pomeriggio barocco, con un esempio di musica barocca strumentale di efficace bellezza.
Ma è con le due arie di Traetta, proposte subito dopo, Ah, se lo vedi piangere e Ah, giunto invan credei, che questo concerto diventa molto interessante, poiché questi due brani sono tratti da un’opera non ancora pubblicata che il flautista Pappalardo ha trascritto per la prima volta in chiave moderna, come ci racconta la stessa De Rosa: questo concerto è stato elaborato come percorso storico all’interno della voce anche del mezzosoprano, che parte dal 1600 con Monteverdi, passando per Purcell, Scarlatti Vinci e Traetta; questo percorso è stato voluto per esaltare la vocalità come parte della strumentazione stessa della musica barocca, come il Fandango finale di Fago “Sebben sognando io peno”, che è stato volutamente inserito, al termine del concerto, per sottolineare come ai quei tempi ci fosse già una certa dimestichezza nell’utilizzo della strumentazione, ricorrendo agli influssi musicali di origine spagnola, portoghese, e francese, e in particolare con il fandango proposto che è napoletano, su un tema melanconico napoletano”. L’intero concerto è stato inoltre caratterizzato dalla preziosa presenza della bella e brava ballerina
Articolo pubblicato il: 23 Maggio 2023 16:43