A fare il punto su alcuni fattori che mettono a rischio la salute della gestante e del nascituro, il quarto rapporto europeo sulla salute perinatale “European perinatal health report” pubblicato da Euro Peristat, che compara i dati 2015 con quelli del 2010.
La percentuale di donne, in Europa, che hanno avuto figli a 35 anni o più è stata del 20,8%: percentuali inferiori al 15% in Bulgaria, Romania e Polonia mentre in Italia è pari al 36,3% e pone il nostro paese secondo in classifica dopo la Spagna.
Anche il sovrappeso è in aumento soprattutto in Francia, Germania ed in Finlandia, con una prevalenza di obesità prima della gravidanza del 13,2%. Grazie alle campagne di sensibilizzazione di questi anni, la percentuale di donne che fumano in gravidanza nel 2015 risulta del 13% inferiore rispetto al 2010.
Diminuiscono in Europa, anche se con molte differenze tra i vari Stati, sia il tasso di natimortalità (bimbi nati morti dopo 28 settimane di gestazione) che il tasso di mortalità neonatale (morti prima del 28simo giorno di vita), rispettivamente -5% e -10%. I numeri in Italia risultano stabili e nella media, ovvero pari a 2,4 e 2,2 decessi per 1000 nati vivi.
Quanto alla mortalità materna (entro 42 giorni dal parto), il report conferma i dati dell’Istituto superiore di Sanità, secondo i quali nel nostro Paese è un evento ben sorvegliato e molto raro che riguarda quasi 10 donne ogni 100 mila nati vivi.
In realtà questo dato è frutto di un grande lavoro svolto dal sistema di sorveglianza ostetrica Itoss (Italian Obstetric Surveillance System) dell’Iss.
Fino agli anni 2006-2012 vi era infatti una sottostima dei casi superiore al 60%. Il lavoro, che ha messo in correlazione le cause di morte e schede di dimissione ospedaliera rappresenta, sottolinea Euro-Peristat, “un esempio per gli altri Paesi europei che ancora non dispongono di un sistema di rilevazione affidabile”.
Si diventa mamme spesso sempre più “in là con gli anni” soprattutto per le modificazione del ruolo della donna nella società e stanno favorendo sempre più un ampliamento del periodo dell’età “riproduttiva”. Cresce anche il numero delle mamme in sovrappeso, che non considerano l’importanza dell’alimentazione prima e durante la gravidanza, il che comporta il rischio di malformazioni e di malattie del feto.
Un tempo tutto era diverso, il cibo era scarso, il lavoro spesso era faticoso e si consumavano più calorie. Oggi invece il benessere ha in alcuni casi portato alle mamme improvvisamente ad una sovralimentazione e ad esagerare con la quantità di cibo assunto ed a uno stile di vita molto più sedentario di quello per loro abituale.
Prendere troppi chili o fumare in gravidanza sono delle situazioni da prendere in considerazione in quanto potrebbero compromettere la salute del nascituro. Per questo i medici consigliano varie regole come perdere peso prima ancora di fare un figlio anche perché diversi studi dimostrano una condizione di sovrappeso possa essere associata a difficoltà di concepimento.
Durante i 9 mesi di gravidanza, una donna dovrebbe in media aumentare di peso tra i 12 ed i 16 chili. La cosa migliore da fare per la mamma che per il bambino è seguire una dieta sana e bilanciata, evitando cibi ricchi di grassi e di zuccheri e scegliere alimenti più freschi, naturali e ricchi di vitamine e Sali minerali.
L’esercizio fisico poi diventa in gravidanza un ottimo modo per aiutare il corpo ad affrontare la gravidanza e prepararsi al parto, ma soprattutto è uno dei modi più efficaci per tenere il peso sotto controllo e ridurre il rischio di mettere al mondo un bambino troppo grosso.
Articolo pubblicato il: 3 Febbraio 2019 7:00