“Herculaneum 3D SCAN”: Parte la nuova rivoluzione digitale del Parco Archeologico di Ercolano

Arriva la nuova rivoluzione digitale di tutte le attività del Parco Archeologico di Ercolano. Si tratta di nuovi strumenti online per esperti e appassionati e tutte le attività sono smart.

Anche in questi difficili e drammatici giorni di domicilio coatto, indispensabile per preservare e rallentare la diffusione di questo terrible virus, il lavoro del Parco Archeologico di Ercolano non si è mai arrestato e, a poche settimane dal lancio dei Lapilli del Parco in rete, ecco dei nuovi e interessanti contenuti digitali interattivi per rendere il nostro pubblico protagonista di un’esperienza di visita virtuale completamente immersa nel mondo affascinate e misterioso del Parco Archeologico di Ercolano.

Mi riferisco alle cosiddette “nuvole” di punti 3D grazie al progetto “Herculaneum 3D SCAN” in collaborazione con l’Herculaneum Conservation Project sostenuto dal Packard Humanities Institute (PHI). Ogni settimana, infatti, nell’ambito della programmazione social del mercoledì dei Lapilli, i visitatori potranno entrare virtualmente in una nuova residenza degli antichi ercolanesi, ammirarne i dettagli costruttivi ed interagire con strumenti specifici con l’ambiente virtuale.

Pertanto non solo affermati studiosi, ma anche affezionati appassionati potranno godere di queste immense ricchezze culturali che sono patrimonio dell’umanità, esplorandoli direttamente dalle proprie case, attraverso i propri dispositivi (https://it-it.facebook.com/parcoarcheologicodiercolano). 

Herculaneum 3D SCAN” nasce dalla volontà di condividere con la comunità, sia essa quella propriamente scientifica, degli addetti ai lavori che del pubblico più ampio, in anteprima parte della ricchissima banca dati raccolta nell’ambito della pluriennale attività di documentazione e monitoraggio del sito archeologico di Ercolano.

Un esperimento condiviso che vuole esplorare non solo le nuove modalità di fruizione virtuale del Bene Culturale, realtà ben nota al grande pubblico, ma anche le potenzialità in termini di strumento di lavoro per il settore. Le nuvole di punti 3D sono state acquisite nel corso delle attività di progettazione degli ultimi cinque anni.

I dati messi a disposizione riguardano alcune delle domus più importanti dell’antica Herculaneum. Non si tratta di ricostruzioni virtuali bensì di vere e proprie scansioni tridimensionali: nuvole di punti 3D ad altissima densità acquisite per mezzo di laserscanner 3D e riprese fotogrammetriche da drone. All’interno della nuvola 3D è possibile navigare e visitare virtualmente i differenti ambienti delle domus ma anche misurare distanze, superfici, volumi o ancora estrarre sezioni ed esportare i risultati nei formati più comuni. 

Il progetto “Herculaneum 3D SCAN” rappresenta il primo passo all’interno di un percorso più ampio che il Parco Archeologico di Ercolano insieme con il Packard Humanities Institute porterà a compimento nel prossimo futuro. Si tratta della pubblicazione online, attraverso un portale open-data corredato di funzionalità web-GIS, dei dati raccolti all’interno degli archivi e delle risorse elaborate durante l’incessante azione promossa per la conservazione e la valorizzazione del sito archeologico, e del suo rapporto con il territorio: Herculaneum Open Data, un’iniziativa promossa nell’ambito dell’Herculaneum Conservation Project, l’ambizioso partenariato pubblico-privato che sta completando il suo secondo decennio di attività attraverso un’azione sinergica e congiunta che non trova confronti all’interno della gestione del patrimonio archeologico italiano.

 Alla fase di pubblicazione dei nuovi contenuti attraverso i canali digitali del Parco, seguirà poi la seconda fase quando, a cancelli aperti, continuerà l’azione di ampliamento della fruizione, affiancando alla visita fisica al sito anche la visita virtuale alle realtà non accessibili dal pubblico per restauri in corso, messe in sicurezza e lavori di manutenzione.

“Il progetto Herculaneum 3D SCAN è solo la punta dell’iceberg di una serie di iniziative che abbiamo intenzione di portare avanti.  interviene Jane Thompson, manager dell’HCP per le fondazioni Packard – La collaborazione con un partner pubblico sempre più attivo ed efficiente nella gestione del sito archeologico ci consente di canalizzare gli sforzi,  e in particolare la nostra azione come Fondazione Packard, per una valorizzazione responsabile e doverosa degli ultimi 20 anni di attività di ricerca, studi, documentazione, risorse, strumenti e linee guida portati avanti nel sito di Ercolano. Mi auguro che l’iniziativa possa avere il più ampio respiro possibile sia in termini di divulgazione che di feedback da parte del grande pubblico e degli addetti ai lavori; prepariamoci nel prossimo futuro ad altre iniziative come questa!”

Mentre stiamo avviando le procedure per la realizzazione del Museo Digitale dell’Antica Herculaneum, finanziato solo poche settimane fa dal MIBACT con fondi PON Cultura e Sviluppo (FESR 2014-2020) per quasi 5ML di Euro, grazie all’incredibile rafforzamento ed all’entusiasmante collaborazione pubblico- privato con il Packard Humanities Institute (PHI) – dichiara il Direttore Sirano – avanziamo il portale open- data e siamo in grado di offrire un’esperienza interattiva e di partecipazione per la conoscenza di Ercolano antica.

Abbiamo deciso di condividere una significativa scelta di rilievi da scansioni 3D di alcune delle domus più belle di Ercolano. Belle ma chiuse al pubblico perché bisognose di interventi di restauro.  La gara per l’appalto dei lavori, affidata ad INVITALIA, è oramai pronta e partirà nei prossimi giorni, ma nel frattempo tutto  il nostro pubblico avrà il privilegio unico di accedere alla casa a Graticcio, la casa dell’Atrio a mosaico, la Casa del Colonnato tuscanico solo per citarne alcune.

Sono veramente fiero di tutte le forze messe in campo dallo staff del Parco e da tutta la rete di collaborazioni con cui interagiamo e, in primis, con il PHI e i colleghi dell’Herculaneum Conservation Project Tutto il nostro personale con lena si sta dedicando in smart working dalle proprie abitazioni a garantire la continuità amministrativa e nuove opportunità di visita alternative per i nostri visitatori. Noi eravamo pronti a partire con la completa digitalizzazione del flusso di tutti i nostri documenti, che sperimentavamo da qualche mese già prima della crisi COVID19: con l’inizio dello smart working abbiamo dematerializzato tutti i processi e posso con orgoglio dire che non abbiamo mai smesso di seguire la nostra attività compresa quella dei pagamenti dovuti agli operatori economici che svolgono lavori e servizi per il Parco.

Compiendo il nostro dovere siamo consapevoli di contribuire ad assicurare liquidità agli operatori economici e, di conseguenza, contribuiamo ad assicurare le necessarie entrate ai loro dipendenti e alle loro famiglie. Alla vista il Parco archeologico sembra addormentato ma nessuna notte è infinita e tutte le attività che stiamo mettendo in campo rappresentano le nuove albe che vivrà il Parco, ulteriori spunti per i visitatori che aspettano che i cancelli si riaprano. Se i nostri visitatori possono trascorrere buone ore di cultura e tanto stanno apprezzando le proposte digitali è solo grazie a tutto il personale che lo sta permettendo ed il mio ringraziamento non sarà mai sufficiente per ripagarli dello sforzo intrapreso”.

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Articolo pubblicato il: 18 Aprile 2020 15:15

Carlo Farina

Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.