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I segreti possono causare ansia. Ecco come gestirli

 

Attenzione i ‘segreti’ possono causare ansia. “Non dirlo a nessuno”. Questa è una frase, che prima o poi ci siamo sentiti dire da qualcuno che ci ha rivelato qualcosa in confidenza.

Una frase che ci invita a tenere un segreto, ma perché a volte non ci riusciamo? Colpa del fatto che spesso ci appare come un peso.

A evidenziarlo è  Asim Shah, professore e vicepresidente esecutivo del Dipartimento di psichiatria e scienze comportamentali del Baylor College of Medicine.

Secondo l’esperto quando invitiamo a tenere un segreto, i nostri interlocutori iniziano ad avere un desiderio ossessivo e ansioso di condividerlo con qualcuno. Inoltre, va considerato che molte persone hanno un confidente, con cui probabilmente condivideranno le rivelazioni o le considerazioni che abbiamo fatto loro.

Anzi, potrebbero sentirsi in colpa nei confronti di una persona significativa per loro (familiari stretti, coniugi o genitori) senza condividere certe cose , perché ciò può dare adito allo sviluppo di un senso di sfiducia.

Le persone più loquaci potrebbero involontariamente lasciare che un segreto venga fuori, ma questo non significa necessariamente che sia una buona idea affidare le proprie confidenze a qualcuno che è più tranquillo e riservato.

Tenendo tutto dentro, un segreto può causare più stress e indurre a parlare con qualcuno per non ‘scoppiare’.

Se davvero non si vuole spifferare tutto, Shah consiglia di mettersi nella posizione di chi si è confidato, pensare a come ci sentiremmo se accadesse a noi. E se capita di lasciarsi sfuggire qualcosa, meglio essere onesti con chi ci ha affidato un segreto.

I segreti possono causare ansia

Il segreto rappresenta una barriera che protegge la sfera personale, contro il mondo esterno. Nessuno è privo di questa difesa, che in alcuni casi è indispensabile.

Pensa a cosa sarebbe la vita di ciascuno se rendessimo pubblico qualsiasi nostro errore, pregiudizio, imbroglio, abitudine, ambizione, sogno, desiderio e quant’altro ci passa per la testa o ci capita: molto probabilmente, senza la copertura del segreto ci ritroveremmonudi di fronte al giudizio degli altri. E soli e senza affetti.

I segreti, poi, offrono un altro vantaggio: ci rendono liberi di esplorare chi siamo e di scegliere chi vogliamo essere. In un certo senso, ci servono per manipolare la nostra immagine a uso e consumo del pubblico. Una sorta di copertura “sociale”, necessaria a stare sulla scena della vita.

Numerosi studi hanno dimostrato che “portarsi dietro” un segreto è come portare sulle spalle un oggetto pesante ed ingombrante. Trasportare un segreto procura con il tempo sensazioni di ansia e preoccupazione.

Qualunque sia la natura del segreto, il peso psicologico di tenerlo nascosto è opprimente e può avere conseguenze negative anche per il benessere fisico. Anche le attività quotidiane, diventano più impegnative e faticose da svolgere, in quanto è come se si portasse sempre con sé un macigno.  La fatica di dover celare questo segreto porta le persone a scappare dalle loro vite sociali e a peggiorare il proprio rendimento lavorativo.

Inoltre si aggiunge la frustrazione di non riuscire a risolvere una certa situazione e la paura di essere scoperti, in alcune circostanze diventano un peso fastidioso e soffocante.

Il ricercatore Michael Slepian, autore di molti studi e ricerche in merito,  ha così commentato: “Più siamo preoccupati da un segreto e continuiamo a pensarci, più utilizziamo e sprechiamo risorse fisiche, cognitive ed emotive. La conseguenza, meno concentrazione ed energie da impiegare. Essere continuamente focalizzati sul segreto da nascondere ha anche la conseguenza di far crollare le nostre performance sul posto di lavoro”.

Il segreto nel momento in cui lo si racconta, si prova sollievo e liberazione e si inizia a pensare in modo più costruttivo. Anche con l’aiuto dell’altro che ci sta ascoltando si dà un senso nuovo al segreto, più realistico, e insieme si possono cercare delle strategie alternative per gestirlo. In questo modo la preoccupazione si riduce e, di conseguenza, il peso che stavamo portando.

Articolo pubblicato il: 9 Ottobre 2018 7:00

Patrizia Zinno

Patrizia Zinno è biologa nutrizionista napoletana e ha lavorato per circa 20 anni presso centri di Diabetologia, di Dialisi, Ematologia e Chimica Clinica. Ora insegna Scienza e Cultura dell’Alimentazione nella Scuola Alberghiera di Scampia.