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Il cerotto del futuro che ripara le ferite e non lascia cicatrici

A breve il nuovo cerotto riuscirà a riparare le ferite seguendo la modalità adottata dagli embrioni, che hanno la capacità di guarire le lesioni della pelle senza lasciare cicatrici.

Il nuovo cerotto utilizza la stessa proteina, l’actina, che le cellule embrionali della pelle producono ogni volta che c’è una ferita: si attiva tirando i bordi della ferita, sigillandola. Capacità che, le cellule della pelle, perdono successivamente.

L’idea è del gruppo dell’Università di Harvard guidato da Benjamin Freedman. La rivista Science Advances ha pubblicato la notizia.

Il cerotto è realizzato con un materiale chiamato idrogel, costituito al 90% di acqua, al quale è stata aggiunta una molecola che reagisce al calore, un polimero chiamato PNIPAm e particelle d’argento per proteggere la ferita da microrganismi, che potrebbero causare infezioni. 

Il PNIPAm è un polimero termoresistente, che respinge l’acqua e si restringe a 90 gradi Farhenheit, cioè circa 32 gradi Celsius. L’idrogel ibrido risultante inizia a contrarsi, quando esposto alla temperatura corporea e trasmette la forza contraente di PNIPAm al tessuto sottostante.

I test finora effettuati hanno indicato che il cerotto riesce ad aderire oltre dieci volte più saldamente rispetto a un cerotto tradizionale e che le ferite protette da questo cerotto hi-tech si rimarginano più rapidamente.

La nuova tecnologia ha grandi potenzialità. Potrà essere usata non solo per le lesioni della pelle, ma anche per le ferite croniche, come le ulcere diabetiche e le piaghe, ma saranno necessari ulteriori test, prima di avere a disposizione tutti i dati necessari per dare il via alla commercializzazione.

Articolo pubblicato il: 4 Agosto 2019 9:00

Maria Sordino

Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.