Lo rivela un ampio studio condotto presso la University of Washington School of Medicine e reso noto sulla rivista Alzheimer’s & Dementia.
Gli esperti hanno monitorato per parecchi anni la salute di 3877 over-65 scelti a caso nella popolazione. Nel corso del periodo di studio hanno diagnosticato quasi 800 casi di Alzheimer.
Gli anziani con maculopatia, o retinopatia o glaucoma presentavano un rischio di ammalarsi di Alzheimer del 40%-50% maggiore rispetto a coetanei con pari fattori di rischio ma senza problematiche oftalmiche. Altre malattie della vista tipiche dell’età anziana come la cataratta non sono risultate legate al rischio di Alzheimer, segno che c’è proprio un meccanismo comune tra demenza e degenerazione di retina o nervo ottico.
Il morbo di Alzheimer è stata descritta per la prima volta nel 1906 dallo psichiatra e neuropatologo tedesco Alois Alzheimer, ma ancora oggi ci sono dei punti oscuri e non se ne conoscono chiaramente le cause.
E’ la più comune causa di demenza, di cui rappresenta il 50-60 per cento dei casi, dovuto ad un processo degenerativo che colpisce progressivamente le cellule e le connessioni cerebrali, provocando quell’insieme di sintomi che rappresentano il declino progressivo delle funzioni cognitive e il deterioramento di tutta la vita di relazione.
E’ definita la «malattia delle quattro A: Amnesia, perdita di memoria; Afasia, incapacità di formulare e comprendere i messaggi verbali; Agnosia, incapacità di identificare correttamente gli stimoli, e riconoscere familiari e le persone; Aprassia, incapacità di compiere correttamente alcuni movimenti volontari, per esempio vestirsi. Non conoscendo ancora a fondo i meccanismi alla base della malattia, è difficile indicare alcune regole condivise per la prevenzione.
Diverse stime lasciano però intendere che circa un terzo dei casi di Alzheimer possano essere attribuiti a fattori di rischio modificabili, che potrebbero portare a una riduzione dei casi di malattia o comunque a ritardarne l’esordio.
Gli occhi per esempio sono un prolungamento del nostro cervello e, proprio come la materia cerebrale, possono subire le conseguenze del tempo e malattie neuro-degenerative con esiti irreversibili, se non curate correttamente.
Per esempio il glaucoma che colpisce il nervo ottico, che mette in comunicazione l’occhio con la corteccia cerebrale; la retinopatia comporta gravi danni alla retina, e la prevenzione consiste nel controllare attentamente fattori di rischio quali la glicemia elevata, l’ipertensione arteriosa e l’aumento del colesterolo nel sangue e infine la maculopatia, malattia che colpisce la macula, la zona della retina che serve alla visione centrale distinta (consente di riconoscere i volti, di leggere, di guidare, ecc.).
Articolo pubblicato il: 18 Agosto 2018 9:00