Per il prossimo concerto sinfonico dunque, il Massimo napoletano punta su Yukata Sado, originario di Kyoto è considerato il più importante direttore d’orchestra giapponese del nostro tempo.
Assistente di Leonard Bernstein e Seiji Ozawa, Yutaka Sado ha iniziato la sua attività internazionale vincendo il Gran Premio al 39° «Concours international des jeunes chefs d’orchestre» a Besançon nel 1989 e successivamente il Grand Prix al Leonard Bernstein Jerusalem International Music Competition nel 1995.
Il forte legame con il suo mentore gli valse la nomina di Direttore Residente del Pacific Music Festival di Sapporo. Nel Dicembre 1990, al «Leonard Bernstein Memorial Concert» nella cattedrale di St. John the Divine a New York, Yutaka Sado è stato uno dei direttori accanto agli altri allievi prediletti di Bernstein.
In Italia ha diretto per anni l’Orchestra di Santa Cecilia, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI Torino, l’Orchestra Verdi, l’Orchestra della Fenice e l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino.
Per l’etichetta della Tonkunstler Orchestra – fondata nel 2016 – ha registrato 10 CD con musiche di Leonard Bernstein, Olivier Messiaen, Dmitri Schostakowitsch e Anton Bruckner.
Sado torna sul podio del Teatro San Carlo dopo il debutto sinfonico nel 2015. Attualmente è direttore musicale della Tonkünstler Orchestra di Vienna.
Come già precedentemente anticipato, nel concerto del 26 gennaio Sado guiderà l’Orchestra e il Quartetto d’archi del Teatro di San Carlo con un programma che prevede l’Ouverture accademica, Op. 80 in do minore di Johannes Brahms, il Concerto per quartetto d’archi e orchestra di Arnold Shönberg dal Concerto grosso op. VI n. 7 di Georg Friedrich Händel e la Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggiore “Romantica” di Anton Bruckner.
Una grande serata di musica ad altissimo livello artistico, con questi tre immortali brani di suggestiva elaborazione sinfonica. La serata sarà aperta dall’Ouverture accademica, Op. 80 in do minore di Johannes Brahms che fu composta come ringraziamento per il conferimento al compositore di una laurea honoris causa da parte dell’Università di Breslavia.
Un vero e proprio omaggio agli universitari dunque, infatti l”Accademica” contiene citazioni umoristiche e di temi goliardici che non mancarono di scandalizzare alcuni critici dell’epoca. E’ articolata in quattro sezioni nelle quali le melodie tratte da canzoni studentesche di area germanica si susseguono senza soluzione di continuità.
La seconda pagina in programma prevede il Concerto per quartetto d’archi e orchestra di Arnold Shönberg dal Concerto grosso op. VI n. 7 di Georg Friedrich Händel, lavoro con cui il padre della Dodecafonia intendeva riportare all’attenzione del pubblico la musica dell’autore originale. Händel, infatti, intorno agli anni ‘30 veniva eseguito raramente e fu pressoché dimenticato nonostante il suo alto valore musicale.
In questa trascrizione del Concerto grosso, Schönberg tiene conto essenzialmente dei motivi ritmici dell’originale ma li rielabora e li sviluppa secondo una concezione più moderna e utilizzando un’orchestra più ricca timbricamente. Del brano originale utilizza gli incipit di ogni movimento, ampliandoli in una disposizione strumentalmente variegata e articolata, così da raggiungere risultati sonori più densi e corposi. Chiuderà il concerto la Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggiore detta “Romantica” di Anton Bruckner.
Oltre ad essere la più eseguita insieme alla Settima, la Quarta è l’unica a portare un titolo di carattere descrittivo voluto dall’autore, appunto “Romantica”. Ricorrenti infatti sono le allusioni a un mondo di villaggi e di boschi, a un Medioevo germanico di cavalieri e cacce, alla nostalgia per tradizioni rurali autentiche spesso soffuse di tristezza.
YUTAKA SADO
Johannes Brahms
Ouverture accademica, Op. 80 in do minore
Arnold Schoenberg
Concerto per quartetto d’archi e orchestra dal Concerto grosso op. VI n. 7 di Georg Friedrich Haendel
Anton Bruckner
Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggiore “Romantica”
Articolo pubblicato il: 23 Gennaio 2019 8:00