martedì, Dicembre 24, 2024

Dopo tre mesi di restauro, il Teatro San Carlo riapre finalmente al pubblico

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

Alla presenza del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e del sindaco di Napoli e presidente della Fondazione Gaetano Manfredi, oggi il Teatro San Carlo ha annunciato ufficialmente la chiusa dei lavori, terminati nei tempi previsti.

Sono passati giusto tre mesi e, con un certo stupore, abituati ad una città disordinata e “distratta”, il Teatro San Carlo è riuscito a consegnare ai cittadini il “proprio” gioiello di arte, cultura e grande musica. Infatti, con un finanziamento di 10 milioni di euro del Ministero della cultura, il Massimo napoletano, simbolo della città, allo stesso tempo monumento e luogo di produzione culturale, riscopre lo splendore della propria sala e riporta alla luce l’azzurro borbonico delle origini visto che, in alcuni punti all’interno del Palco reale, gli interventi di restauro hanno svelato gli antichi colori al di sotto del rosso e dell’oro. Dopo tre mesi di restauro, il San Carlo riapre finalmente al pubblico

Gli interventi di ristrutturazione hanno interessato, oltre al Palco reale, l’intera sala e il soffitto con la tela del Cammarano. Inoltre sono stati effettuati interventi di sostituzione del tavolato del palcoscenico e del parquet della sala, di revisione del sistema di aggancio delle poltrone di platea,  di restauro dell’agremano, dell’intradosso e dell’estradosso dell’arco di boccascena, dell’orologio di proscenio, della fascia basamentale di platea, della balaustra della fossa orchestrale e della volta del passetto; si è intervenuti anche sull’impianto di  riscaldamento con una riqualificazione delle pompe di calore del teatro, sull’impianto idrico antincendio e rilevazione fumi, su montacarichi e sull’impianto elettrico.

 

L’affollata conferenza stampa è stata aperta dal Sovrintendente Lissner che ha subito manifestato una sua certa amarezza nei confronti del Ministro della Cultura Sangiuliano, che aveva mosso delle critiche nei confronti del Massimo napoletano, invitandolo a suggerire eventuali consigli per il miglioramento dello stesso, dopo aver ringraziato tutti coloro che hanno collaborato a questo progetto di ristrutturazione e che hanno consentito di riprendere in tempi record la programmazione regolare.

Il Sindaco Manfredi ha poi aggiunto: “Gli interventi di restauro appena conclusi restituiscono alla città e a tutta l’Italia un teatro rinnovato che torna ad accogliere il pubblico in tutta la sua bellezza. I lavori hanno consentito in tempi rapidi di riqualificare la sala riportando alla luce colori originari e dettagli antichi“, è arrivata la replica di Sangiuliano: “Il San Carlo è un’eccellenza della Nazione, denso di valori e luogo di una grande tradizione storica. Qui sono passate leggende della musica. Oggi il San Carlo non ha ancora una proiezione pari alla sua storia, al suo valore e potenzialità. Bisogna lavorare per rafforzarla in tempi rapidi affinché questa riapertura sia un vero punto di rilancio e non un mero restauro, per quanto necessario, della struttura. Il San Carlo deve tornare ad avere il posto di primato che merita anche inserendosi in un generale risveglio della cultura a Napoli”.

Il Ministero della cultura, a dimostrazione del suo concreto e diretto impegno per la valorizzazione di uno dei luoghi simbolo del paese, ha finanziato i lavori di “Completamento e restauro del Teatro San Carlo di Napoli e delle sedi distaccate” per un importo di € 10.000.000,00 (POC al PON Cultura e Sviluppo 2014-2020), affidandone la realizzazione al Segretariato Regionale del MIC per la Campania.  I lavori, già in parte eseguiti, riguardano non solo il Teatro San Carlo, ma anche alcune sedi ad esso funzionalmente connesse (Palazzo Cavalcanti in via Toledo e l’ex opificio Cirio di Vigliena, ove è ubicata la falegnameria e il laboratorio per le scenografie teatrali).

Il Ministero dà dunque coerentemente seguito all’importante programma di interventi, già in parte realizzato nel 2010, che ha la finalità non solo di restituire il Massimo al suo originario splendore, ma anche di dotarlo di quelle strutture che ne garantiscano la piena funzionalità come luogo di fruizione di eventi e come luogo privilegiato di produzione della cultura” commenta Teresa Elena Cinquantaquattro Direttore Segretariato Regionale MIC per la Campania

“Con grande entusiasmo e al contempo con un discreto timore reverenziale verso un sito così imponente, abbiamo accolto quella che può definirsi una vera e propria sfida, lanciata dal Teatro e consistente nell’esecuzione di lavori che da progetto avrebbero necessitato di 220 giorni e che, a seguito di “garbata” richiesta del Sovrintendente Lissner, sono stati compressi in soli 87 giorni con l’intento di privare per il minor tempo possibile il Teatro del suo pubblico. Dunque, una promessa molto ardua quella fatta al Teatro e al pubblico durante la conferenza della scorsa estate, che in qualche modo aveva lasciato incredula anche me mentre la comunicavo, una promessa che con grande soddisfazione, oggi, siamo riusciti a mantenere! Per fare questo ci siamo lasciati ispirare dal Teatro, dalla complessa organizzazione della macchina teatrale, pianificando nei minimi dettagli tempi e modalità di esecuzione di ogni singola lavorazione come una coreografia da eseguire, articolando il cantiere in diversi punti della sala, organizzando ponteggi e piani di lavoro su diverse quote, come degli allestimenti scenografici, che hanno consentito a tutte le maestranze, restauratori, impiantisti, falegnami ed elettricisti, organizzati su più turni per un totale di quasi 60.000 ore di lavoro, di operare all’unisono, ciascuno secondo il proprio “spartito musicale” o con il proprio ruolo nel balletto o nell’opera, esattamente come accade nell’esecuzione di uno spettacolo.Dopo tre mesi di restauro, il San Carlo riapre finalmente al pubblico

E così mentre 25 restauratori lavoravano simultaneamente al restauro della tela del Cammarano su un maestoso ponteggio realizzato alla quota del loggione, altrettanti intervenivano sulla balaustra del golfo mistico, sull’Arco di Boccascena, nel Palco Reale, mentre tutte le altre maestranze procedevano alla parziale sostituzione del tavolato del palcoscenico, all’adeguamento degli impianti e al recupero del pavimento della sala.

Infine, la sostituzione con apparecchiature a risparmio energetico dei corpi illuminanti del palco, unita alla sostituzione delle 1.200 lampadine presenti nella sala, prevista nel corso del prossimo mese, produrrà un risparmio dei consumi dell’80%, e che insieme allo spolvero di ogni superficie, dalle 580 poltrone della sala alle sedie nei palchi, dalle balaustre ai rivestimenti in seta, dai lampadari agli apparati decorativi, ha restituito al Teatro il suo antico scintillio.

Con una spesa attuale di quasi due milioni di euro in 87 giorni, grazie al contributo e al lavoro corale delle diverse maestranze e di tutti i lavoratori del Teatro, è stato possibile oggi riaprire il Tempio della precisione e concludere questo nostro I Atto” dichiara Almerinda Padricelli, Architetto Responsabile Unico del Procedimento, Segretariato Regionale MiC Campania. 

“Un progetto e un cantiere di restauro sono lavori corali – spiega il direttore dei lavori, l’architetto Francesca Brancaccio, fondatrice e CEO di una firma napoletana molto nota nel settore del restauro, B5 Srl -. Questo intervento è stato gestito da gruppo molto qualificato, di cui fanno parte in primis la committenza come il responsabile del procedimento, l’architetto Almerinda Padricelli, per la Soprintendenza Regionale per la Campania, insieme con tutti i progettisti e i direttori operativi (Nicola Berlucchi, Alessandro Bozzetti, i tecnici della SAB srl), le straordinarie maestranze e i bravissimi restauratori delle imprese Modugno e Tecnicon. Oggi concludiamo questa prima fase rispettando i tempi promessi – aggiunge -. Siamo molto fieri dei risultati, abbiamo lavorato quotidianamente per restituire questi spazi meravigliosi a chi li utilizza ogni giorno, ascoltando i consigli e le esigenze dei tecnici della Fondazione Teatro San Carlo, con impegno nel coordinamento delle differenti istanze. Le lavorazioni proseguiranno silenziosamente, in relazione alle esigenze della programmazione del teatro, e in altri siti collegati ad esso, come nel prestigioso Palazzo Cavalcanti dove il restauro filologico di un appartamento del settecento sarà adattato ad uso di foresteria con sale prova per gli ospiti del San Carlo, e nella sede di Vigliena”   

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