Sei minuti di applausi per la Prima Sinfonia di Mahler diretta da un convincente Juraj Valcuha, sul podio del Teatro San Carlo che è tornato agli splendori di una volta, in una serata magica e significativa.
Dopo ben sette mesi di “riposo” coatto dovuto alla ben nota e triste emergenza sanitaria mondiale, il Teatro San Carlo ha finalmente potuto riaprire le porte al suo affezionato pubblico, e restituire alla città di Napoli una delle serate più belle e prestigiose per la cultura, per la musica e soprattutto per gli artisti e le maestranze tutte.
E’ stato profondamente emozionante ritrovare il teatro più bello del mondo di nuovo pieno e attivo, nonostante le avverse condizioni climatiche, nonostante la fastidiosa ma necessaria mascherina, nonostante il distanziamento evidenziato dalle numerose poltrone tristemente coperte, il numeroso pubblico, degno delle grandi serate di una volta, non ha voluto mancare a questo significativo appuntamento, testimoniando un affetto e una gratitudine che va al di là della grande passione per la musica.
E di grande musica si è trattato, visto che è stata eseguita la Sinfonia n. 1 in re maggiore “Titano” di Gustav Mahler. Aveva 28 anni quando il compositore boemo portò a termine tale lavoro e cioè nel 1888, anno in cui era già molto conosciuto come direttore d’orchestra, grazie ai suoi significativi successi, ma era del tutto sconosciuto come compositore.
Sul podio, ad inaugurare questo importante e rilevante inizio, il direttore artistico del Teatro San Carlo Juraj Valcuha, che ormai conosce bene e che dirige da tempo la nostra compagine orchestrale, con fermezza, sicurezza e disinvoltura.
Anche in quest’occasione non ha deluso le aspettative, portando ai massimi vertici una della sinfonie più belle di Mahler, sottolineando con destrezza e capacità direttoriali i numerosi coloriti orchestrali, le lente progressioni, i “pianissimo” di una fanfara di clarinetti, fino al canto di una dolcezza unica intonato dai corni, ma più di tutti gli evidenti e significativi intervalli di quarta discendente che troviamo all’inizio del primo movimento: il “suono della natura”.
Tutti elementi, questi, che sono stati eseguiti egregiamente dall’orchestra del Teatro San Carlo, che abbiamo ritrovato in ottima forma nonostante il lungo digiuno artistico di questi ultimi mesi.
Anche li sovrintendente Stéphane Lissner, visibilmente soddisfatto e molto ottimista, ha avuto parole di elogio verso il direttore e la compagine orchestrale, invitando tuttavia alla cautela ricordando di essere ancora in piena emergenza sanitaria.
Parole sagge che devono far riflettere, per non abbassare mai la guardia contro un nemico ancora forte e sconosciuto. I luoghi minuti di applausi alla fine dell’esecuzione della Prima di Mahler, assumono quindi un doppio significato recondito, che non deve essere mai tralasciato: l’amore per la musica e per questo teatro e il rispetto per tutti coloro che lavorano e danno il meglio di sé anche in circostanze speciali e difficili, come questa.
La professionalità che contraddistingue i professori d’orchestra, il direttore e le maestranze tutte, è stata meritatamente premiata quindi nella serata di domenica 27 settembre, quando le porte del Teatro San Carlo si sono nuovamente aperte per un nuovo, più ampio e nobile ciclo di serate di grande musica sinfonica e operistica.