Imad Zebala (esperto Iraq) a Radio CRC: “Non vogliamo il Paradiso, ma vivere bene in terra. Migliaia di ragazzi vengono uccisi in piazza”.
In diretta a ‘Barba&Capelli’, trasmissione di Corrado Gabriele in onda su Radio CRC, è intervenuto Imad Zebala, esperto dell’Iraq: “Oggi è il 100esimo giorno della rivolta del popolo iracheno -afferma Zebala- Dal primo ottobre le piazze irachene sono piene di ragazzi che rifiutano questo sistema criminale, dove sparano sui manifestanti pacifici. Sono morti tantissimi ragazzi, più di 200 rapiti e migliaia di feriti, tra cui alcuni molto gravi. In Iraq non esiste un Governo, esiste una specie di governo guidato da miliziani.
Soleimani era assieme ad un altro generale quando fu ucciso, che nessuno cita, ed altre tre persone. Il primo ministro Iracheno afferma che aveva un appuntamento con lui il giorno dopo, ma perché nessuno va a riceverlo? Della morte non si può gioire, ma per Soleimani ho visto una gioia pazzesca. La notte tra il 28 e il 29 Novembre i miliziani hanno ucciso 29 persone, e il 70% erano morti con pallottole in testa. Ragazzi tra i 15 e i 20 anni. In Iraq il 60% del petrolio va in mano ai miliziani. In certe zone arrivano, scavano tre metri ed esce il petrolio. Migliaia di camion arrivano, poi, prendono il petrolio e vanno via, tra l’Iran e la Turchia. Gli americani sono canaglia, ma i miliziani sono 10 volte peggio”. Sulla possibilità che scoppi una nuova guerra: “Non ci sarà mai un conflitto, sono convinto di questo -prosegue Zebala- Ci sono troppi soldi e troppi interessi in ballo, nessuno vuole il conflitto. L’Iran è a terra economicamente, la moneta non vale nulla.
Mi puzza l’uccisione di Soleimani, che aveva in mano segreti enormi, e quindi era pericoloso sia per gli iraniani che per gli americani. Chi ha venduto il falso nome di Soleimani? Tutti sapevano che sarebbe stato ucciso. Era diventato troppo estremista, quindi troppo pericoloso per gli iraniani stessi.
La religione non c’entra più. I ragazzi stanno dicendo proprio questo, non importa se a governare sarà un musulmano o un cristiano. Non vogliono il Paradiso, ma vivere bene in terra. Io ero contro Saddam Hussein, ma adesso lo rimpiango. Con lui c’era uno stato sociale completo, la religione era una cosa privata. L’evidenza della religione, fino al 2003, era fuori dalla nostra cultura. E’ come se in Italia mettessero sulla carta d’identità se sei cristiano protestante, ateo, cattolico etc. Stanno massacrando migliaia di ragazzi in piazza”.