Guardia di Finanza e Polizia di Napoli hanno arrestato sette persone ritenute appartenenti a un’organizzazione dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla corruzione. Il provvedimento e’ stato eseguito contestualmente a numerose perquisizioni domiciliari che, oltre agli arrestati, hanno riguardato altre nove persone, coinvolte a vario titolo nelle attivita’ illecite. Le indagini sono iniziate nel giugno 2016 dopo la segnalazione di operazioni sospette effettuate da un algerino, residente a Napoli, tramite alcune agenzie di money transfer del capoluogo campano: diverse movimentazioni di denaro da e verso Paesi dell’Unione Europea (tra cui Francia e Belgio), per importi al di sotto di mille euro, ritenute potenzialmente riconducibili a contesti di terrorismo di matrice islamica.
Tra i destinatari delle rimesse di denaro figurava un suo connazionale residente in Belgio il quale avrebbe avuto legami con il militante jihadista Abdelhamid Abaaoud, sospettato di essere uno degli organizzatori degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 e ucciso in un’operazione della polizia francese cinque giorni dopo. L’algerino non e’ poi risultato coinvolto in attivita’ di finanziamento del terrorismo ma in quello che gli investigatori definiscono “un agguerrito network criminale specializzato nell’ottenere indebitamente il rilascio o il rinnovo di permessi di soggiorno a favore di cittadini extracomunitari, molto spesso privi dei requisiti di legge, attraverso l’utilizzo di documenti ottenuti illegalmente”.
L’organizzazione avrebbe controllato l’intera filiera burocratica per il
In carcere nell’ambito delle misure cautelari firmate dal gip di Torre Annunziata a carico della banda sono finiti anche tre algerini: Salim Fourati, detto ‘Zaito’ o ‘Samuele’, di 48 anni; Mounir Grine, di 36 anni e Faycal Kheirallah, 42 anni, detto ‘capo’ o ‘il professore’. Il provvedimento restrittivo riguarda anche anche Flavio Scagliola, poliziotto di 45 anni, oltre che l’ex agente Vincenzo Spinosa, 64 anni. Il gip ha invece concesso il beneficio dei domiciliari per il 28enne Qing Weng, detto ‘Michele il cinese’, e per Alessandro Cerrone, 41 anni. Per altri cinque indagati (tre italiani e due tunisini), invece, ha rigettato le misure cautelari chieste dagli inquirenti. Tra questi figurano altri due ex ispettori di polizia, Luigi Guerriero e Sergio Repola, indagati a piede libero. I reati contestati, a vario titolo, vanno dall’associazione per delinquere dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla corruzione.
Articolo pubblicato il: 23 Maggio 2019 17:32