Immunità al Covid 19: l’esame di anticorpi e cellule del sistema immunitario su un campione di pazienti guariti evidenzia una risposta “potente e duratura”.
Giornate importanti nella ricerca contro il Covid 19. Basti pensare al vaccino, con la notizia dell’efficacia di oltre il 90% della cura sviluppata da Pfizer in collaborazione con BioNTech. Senza dimenticare gli studi per il vaccino russo Sputnik V (efficacia del 92%) e, notizia proprio di ieri, il fatto che Moderna abbia annunciato che il suo vaccino Covid ha il 94,5% di efficacia. Rilevanti novità arrivano inoltre da uno studio sulla durata dell’immunità al Covid per chi si è già ammalato.
Come riporta “Corriere.it”, secondo un gruppo di studiosi Usa i guariti potrebbero essere per almeno otto mesi (se non per anni). Tale ricerca (ancora in fase di prestampa) proviene da laboratori eccellenti ed è stata firmata da alcuni scienziati (tra cui anche l’italiano Alessandro Sette, italiano, Direttore del Dipartimento di ricerca sui vaccini del La Jolla Institute of Immunology (Ljl) a San Diego, in California).
Per tale ricerca (la prima a tracciare così dettagliatamente la risposta immunitaria a un virus) sono stati reclutati 185 tra uomini e donne (di età compresa tra 19 e 81 anni), guariti dal Covid dopo che la maggior parte aveva avuto sintomi lievi. I ricercatori hanno monitorato quattro componenti del sistema immunitario: anticorpi, cellule B (che producono più anticorpi secondo necessità) e due tipi di cellule T. Secondo i risultati, otto mesi dopo l’infezione più del 90% delle persone guarite ha ancora abbastanza cellule immunitarie per respingere il virus e prevenire il Covid (livelli robusti di cellule B, così come i tipi di cellule T necessari per combattere il virus) e mostra tassi di declino estremamente lenti, coerenti con molti anni di protezione.
La durata esatta dell’immunità è difficile da prevedere, perché gli scienziati non sanno ancora quali livelli di varie cellule immunitarie sono necessari per proteggersi dal virus, ma gli studi finora hanno suggerito che anche un piccolo numero di anticorpi o di cellule T e B potrebbe essere sufficiente per proteggere coloro che si sono ripresi.
Se i risultati della ricerca fossero confermati, sarebbe un’ottima notizia perché la preoccupazione maggiore era che l’immunità da coronavirus potesse durare solo mesi. Gli anticorpi rilevabili con i comuni test sierologici, infatti, sembrano decadere velocemente: perciò gli scienziati stanno monitorando anche altre parti del sistema immunitario che possono rispondere al virus, come le cellule T.
È probabile che i risultati siano un sollievo e un’ulteriore fonte di speranza anche in tema vaccini: potrebbe essere scongiurata infatti l’ipotesi di dover vaccinare le persone ogni anno. Per quel piccolo numero di persone che non sviluppano un’immunità di lunga durata dopo la guarigione, i vaccini forniscono generalmente una protezione più forte e possono fare anche meglio del sistema immunitario, assicurando una protezione di anni.