Roberto De Luca, assessore al Bilancio del Comunale di Salerno e figlio del Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, è tra i 17 indagati per corruzione nell’ambito dell’inchiesta della procura di Napoli. Il suo coinvolgimento nell’inchiesta sarebbe collegato a un video del quotidiano on-line Fanpage, in cui un finto imprenditore propone accordi illeciti in riferimento ad appalti per lo smaltimento di eco balle. «Un’operazione camorristica e squadristica»: Vincenzo De Luca in un video postato sulla sua pagina ufficiale di facebook ricostruisce gli eventi e non ha dubbi che si tratterebbe di un’operazione per ostacolare e attaccare politicamente la famiglia De Luca. Il presidente della Regione Campania titola la vincenda come «una campagna di aggressione mediatica pseudo-giornalistica contro di noi». L’indagine vede coinvolto anche il suo secondogenito Roberto. «Questa operazione – rilancia il governatore – è la migliore conferma che nella Regione Campania stiamo buttando fuori la camorra e tutti gli interessi oscuri che si sono nascosti dietro la gestione del ciclo dei rifiuti».
De Luca, poi, ricostruisce il video che ritrae suo figlio Roberto: «Ma quale giornalismo? – attacca – Viene ingaggiato un camorrista, che si presenta mascherato; viene ingaggiato un signore che va a fare un’intervista a mio figlio e parla solo lui, solo il camorrista, parla di cose che non c’entrano niente, e cerca di tirare in ballo la Regione, le ecoballe, le gare. E l’interlocutore sta lì, sconcertato ad ascoltare questo signore. È una cosa vergognosa».
Vincenzo De Luca continua: «A che punto è ridotta la democrazia italiana? Siamo ridotti al puto che una persona perbene deve vivere nella paura. Ti può arrivare in casa un camorrista che nasconde una telecamera, che viene a fare una registrazione, un’operazione di violenza privata, che parla solo lui». E ancora: «Una persone perbene deve vivere nella pura di sabotaggi, di manovre occulte». E ancora: «Stiamo vivendo una Resistenza in Campania, ci sentiamo partigiani a difesa di valori di libertà e dignità umana». Da qui la richiesta di chiarezza: «Chiediamo che siano accesi i riflettori: chi sono le persone che hanno fatto questa provocazione? Chi sono, chi li manda, chi li paga?».
Infine, l’ennesimo attacco ai «migliori utilizzatori di questa faccenda ignobile», ovvero il M5S, e il rinnovato invito al confronto a Luigi Di Maio. Ma non solo: De Luca ne ha anche per il leader di LeU, che pure invita al confronto: «Estendo l’invito a Pietro Grasso. Ho sentito le sue dichiarazioni. C’è da vergognarsi. Non una parola sui camorristi che vengono a fare operazioni di aggressione e finto moralismo da quattro soldi».
Articolo pubblicato il: 19 Febbraio 2018 18:01