A marzo l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è aumentato dello 0,2% rispetto al mese precedente e dell’1% nei confronti di marzo 2017. Lo comunica Istat.
Alla fine di marzo 2018 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano 8,4 milioni di dipendenti (65,1% del totale) e corrispondono al 62,1% del monte retributivo osservato. Lo rende noto l’Istat.
Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo a fine marzo sono 33, relativi a circa 4,5 milioni di dipendenti (34,9%), in lieve diminuzione rispetto al mese precedente (35%). L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 70,9 mesi. L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 24,8 mesi, in diminuzione rispetto a un anno prima (27,8).
A marzo l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è aumentato dello 0,2% rispetto al mese precedente e dell’1% nei confronti di marzo 2017. Complessivamente, nei primi tre mesi del 2018 la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,8% rispetto al corrispondente periodo del 2017. Sempre a marzo le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,1% per i dipendenti del settore privato (0,5% nell’industria e 1,7% nei servizi privati) e dello 0,9% per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: ministeri (3,8%); militari-difesa (3%); forze dell’ordine (2,7%). Si registrano variazioni nulle nei settori dell’energia e petroli; dei servizi di informazione e comunicazione; delle regioni e autonomie locali; del servizio sanitario nazionale; della scuola e delle attività dei vigili del fuoco. (ItalPress).