Il Museo di Pietrarsa è uno dei luoghi più belli e affascinanti della zona orientale di Napoli. Ricco di storia e cultura ferroviaria, di interesse mondiale.
di Carlo Farina – Il museo nazionale ferroviario di Pietrarsa, nome che deriva dalla pietra lavica presente nella zona in modo particolarmente abbondante per via delle eruzioni del Vesuvio, è ormai un importante punto di riferimento per la periferia orientale di Napoli, poiché offre al visitatore un ampio e rappresentativo panorama dello sviluppo del mezzo ferroviario in Italia, collocandolo tra i maggiori musei ferroviari del mondo. Le dimensioni dell`intera struttura, costruita a ridosso della costa dalla quale si può ammirare uno stupendo panorama della città di Napoli, consentono di poter osservare l`esposizione di 26 locomotive a vapore, 4 elettriche trifase, 4 a corrente continua, 5 diesel, 2 elettromotrici di cui una a terza rotaia, 5 automotrici termiche e infine 10 carrozze. Inoltre altri padiglioni ospitano alcuni plastici, chiaramente ferroviari, modelli in scala di locomotive e carrozze, una biblioteca e un cineforum. Indipendentemente, poi, dalla presenza di carrozze e locomotive, il museo di Pietrarsa offre un interessante spunto architettonico, le cui caratteristiche, tipologiche e stilistiche, non impediscono di scorgere effetti alquanto suggestivi dell`intero impianto, come l`elegante struttura di pilastri in ghisa del capannone montaggio, le grandi capriate in legno a sostegno delle coperture e le volte del reparto torneria; il tutto è un prezioso esempio dell`architettura industriale della metà dell` ottocento. Il museo inoltre ha anche un valore storico-sociale, poiché è possibile, all`interno dei padiglioni, avere una immediata lettura, viva e critica, del duro lavoro svolto dagli operai nelle officine di Pietrarsa. Queste ultime rappresentano dunque una delle prime tappe della lunga evoluzione del mezzogiorno italiano, in cui già dal 1840, anno della loro nascita, costituivano un valido esempio di tecnologia avanzata in un contesto economico, sociale e politico decisamente più` arretrato. Grazie al Re Ferdinando II di Borbone (1810-1859), fondatore delle officine meccaniche di Pietrarsa, lo sviluppo delle attività industriali favorirono un`affluenza nel napoletano di capitali ed imprenditori stranieri che diedero un impulso decisivo alla produzione industriale introducendo l`impiego di nuove tecnologie, aiutate anche dalla concessione a buon mercato di aree e locali a scopo industriale e stanziamenti agli imprenditori. Il 3 ottobre 1839 venne inaugurato, proprio nel Regno delle due Sicilie, il primo tratto ferroviario italiano lungo 7411 metri: da Napoli a Portici; percorso compiuto in soli 11 minuti da due convogli trainati da locomotive gemelle la Bayard e la Vesuvio, progettata dall` inglese Armand Bayard De La Vingtrie, su prototipo dell`inglese George Stephenson. Il valore storico, architettonico e sociale dell`intero complesso fanno di Pietrarsa un museo davvero unico nel suo genere dove la presenza insolita di queste “opere d`arte”, rendono il luogo magico ed affascinante ai visitatori di tutte le età consentendone facile accesso ad un percorso nella storia delle ferrovie. Il museo è aperto al pubblico tutti i giorni feriali dalle ore 8.30 alle 14.00, ed è raggiungibile con i treni locali della linea ferroviaria Napoli-Salerno che fermano alla stazione di Pietrarsa-San Giorgio a Cremano, e attraverso il Corso San Giovanni a Teduccio, in automobile.