Il Tunnel Borbonico, un progetto voluto da Ferdinando II di Borbone e dal suo Architetto Enrico Alvino, risale a circa 150 anni.
di Carlo Farina – Proprio dietro la chiesa di San Francesco di Paola, in Piazza del Plebiscito, in Vico del Grottone 4, è possibile accedere in una delle più antiche e storiche testimonianze del sottosuolo della città di Napoli: il Tunnel Borbonico, ribattezzato Galleria Borbonica. Un antico progetto ideato da Ferdinando II di Borbone che, memore dei moti del ’48 e di attentato alla sua persona, miseramente fallito, decise di creare una via di fuga che gli permettesse, in caso di pericolo, di raggiungere dal Palazzo Reale il mare attraverso questo tunnel scavato sotto il Monte Echia, che sovrasta via Santa Lucia. L’opera fu iniziata il 19 febbraio 1853 e, interrotta nel 1855, per le numerose difficoltà incontrate durante la realizzazione dello stesso. Il tunnel, infatti, che si estende per una lunghezza di circa 431 metri, parte da una quota assoluta di circa 5,10 metri, con una pendenza del 26%, fino a portarsi a una quota di circa 10,80 metri, proprio dove si trovavano gli antichi acquedotti della città. Infatti, il Tunnel borbonico interseca il suo cammino sia con l’antico acquedotto partenopeo, risalente al ‘600, che con i vari pozzi e cisterne presenti nel sottosuolo napoletano, che dal 1939 furono adattati a ricovero antiaereo, durante la seconda guerra mondiale. Le numerose scritte sui muri, tinti di bianco per aumentare la luminosità e diminuirne la polvere, testimoniano insieme alla costruzione di rudimentali servizi igienici, la vita che erano costretti a svolgere sottoterra i cittadini napoletani durante i devastanti bombardamenti aerei. Inoltre fino agli anni ’70 quest’area sotterranea fu utilizzata come Deposito Giudiziale Comunale, in cui erano sistemate le autovetture sequestrate dall’Autorità Giudiziaria. Con la presenza di 15 autovetture d’epoca e circa 20 motoveicoli, “conservati” nel loro originale stato di abbandono, e attualmente ancora visitabili, è possibile ammirare e studiare questi vecchi reperti meccanici, in tutta la loro interezza e fascino. Ma grazie all’intervento dell’Associazione Culturale Borbonica sotterranea è stato possibile rimuovere i numerosi detriti presenti in loco e restituire alla cittadinanza gli ambienti storici finalizzati alla loro valorizzazione, che tutti i cittadini e turisti possono adesso usufruire, in tutto il loro fascino.