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La croce e la svastica: il 24 gennaio esce il nuovo libro di Nico Pirozzi e Ottavio Di Grazia

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

La croce e la svastica: sarà in tutte le librerie dal 24 gennaio il nuovo libro di Nico Pirozzi e Ottavio Di Grazia sul pontificato di Pio XII (D’Amico editore).

Lunedì 24 gennaio uscirà nelle librerie “La croce e la svastica” (D’Amico editore), il nuovo libro scritto a quattro mani da Nico Pirozzi e Ottavio Di Grazia.

Il libro verte sulla figura di Papa Pio XII, del quale viene analizzato il discusso pontificato, avvenuto negli anni più bui della storia dell’umanità, ovvero quelli della Seconda Guerra Mondiale e della Shoah, visto che iniziò nel 1939 (andando avanti fino alla sua morte, nel 1958).

Lo stesso Pirozzi sottolinea sul blog “Shalom,it” uno dei punti centrali del libro: “Martedì 19 ottobre 1943, Padova. Il convoglio di 28 carri bestiame in cui sono stati stipati gran parte degli ebrei rastrellati a Roma tre giorni prima, sta per lasciarsi alle spalle anche lo scalo merci della città fondata da Antenore.La croce e la svastica: il 24 gennaio esce il nuovo libro di Nico Pirozzi e Ottavio Di Grazia I binari sui quali il locomotore viene instradato non sono quelli che conducono verso il passo del Brennero e la linea Innsbruck-Salisburgo-Linz, bensì quelli che portano al valico di Tarvisio e alla direttrice Vienna-Cracovia. Il viaggio del convoglio contrassegnato dalla sigla X70469, partito dalla stazione di Roma-Tiburtina la sera del 18 ottobre, non avrà come capolinea il campo di concentramento di Mauthausen, ma quello di sterminio Auschwitz-Birkenau”.

A conti fatti, “settantadue ore si sono dimostrate più che sufficienti per decidere del destino di 1023 persone (tra cui un neonato nato da appena tre giorni), trasformatesi da preziosa merce di scambio in inutile prodotto di scarto”.

«Sua Santità ha fatto ciò che poteva», la risposta piccata del futuro Paolo VI. Già, cosa ha fatto? A riferirlo indirettamente è l’ambasciatore del Reich von Weizsäcker che, il 28 ottobre, relaziona sugli eventi capitolini al ministero degli Esteri a Berlino: «Il Papa benché sollecitato da diverse parti, non ha preso alcuna posizione dimostrativa contro la deportazione degli ebrei da Roma. […] egli ha fatto di tutto anche in questa situazione delicata per non compromettere il rapporto con il Governo tedesco e con le autorità tedesche a Roma».

Il libro è inoltre pieno di interessanti documenti dell’epoca, frutto di un lavoro lungo ben due anni, attraverso i quali gli autori hanno ricostruito una delle pagine più buie dell’umanità.

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