E’ proprio il caso di dire: “Una mela al giorno toglie il medico di torno”. La mela annurca abbassa il colesterolo cattivo (LDL) del 28% e alza quello buono (HDL) del 60%.
Al dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli, sotto il coordinamento di Ettore Novellino e Giancarlo Tenore, sono stati condotti vari studi sulle caratteristiche organolettiche e nutrizionali della mela annurca grazie ai quali sono emersi i suoi potenziali effetti salutistici nell’uomo.
Il contesto ecologico in cui crescono, la fertilità del terreno vulcanico e l’esposizione alle radiazioni UV una volta staccate dall’albero, conferiscono alle mele, un gusto davvero speciale e determinano un’abbondanza di metaboliti antiossidanti, soprattutto procianidine, liberati in risposta allo stress esterno. Rispetto ad altre cultivar di mela in commercio (red delicious, granny smith, fuij e golden delicious) la melannurca ha concentrazioni di procianidine B2 da 2 a 4 volte maggiori.
Inoltre si è scoperto che queste mele, delle quali si suggerisce di mangiare anche la buccia, riescono ad abbassare il colesterolo cattivo del 28% ed alzare invece quello buono del 60%.
Questo grazie alla presenza di alcuni antiossidanti in misura quadrupla rispetto ad altre varietà di mele. Il gusto e la composizione del fitocomplesso dipendono dalle buone condizioni pedoclimatiche in cui crescono e dallo speciale processo di maturazione. Per questo motivo, è considerata la regina delle mele per le sue proprietà e benefici che la rendono uno dei frutti più salutari in circolazione, oltre che gustosi.
Sono ricche di acqua, di biomolecole antiossidanti, fibre alimentari, vitamina B,C e PP. Rispetto alle altre mele sono più piccole con diverse sfumature di colore rosso. Sono ricche di acqua che rendono questo frutto un vero idratante naturale, tremendamente buone, succose e saporite. Vengono raccolte acerbe e la loro maturazione avviene nel mese di settembre, distese al sole nei melai per circa 20 giorni, fase di arrossamento, fino a quando il loro colore cambia e diventano rosse.
Due le varietà principali di mela annurca:
- la Sorgente ha delle striature gialloverdi e sapore acidulo
- la Caporale ha striature bianche e leggermente più dolce
L’origine della mela annurca
E’ un frutto antico e la sua origine risale addirittura all’epoca preromana, quando nelle pianure campane dominavano gli Osci. In alcuni dipinti della Casa dei Cervi, negli Scavi di Ercolano, sono raffigurate delle mele annurche, di cui ha parlato anche Plinio il Vecchio che l’ha definita “Mala Orcula” in quanto originaria della zona del Lago di Averno, presso Pozzuoli, dove secondo i Romani avevano sede gli Inferi.
Una mela rossa come il sangue, brutta nell’aspetto ma dolcissima con dei poteri benefici e rossa come il sangue ma dolcissima e saporita e dagli eccezionali benefici. Il nome poi si è trasformato nella vulgata popolare in annorcola, fino a melannurca e quindi a mela annurca. Meritatissimo il marchio IGP attribuitole nel XX secolo, che evidenzia le zone di produzione.
Un indice geografico protetto nelle zone del Vesuviano, nel Casertano e in parte del Salernitano oltre a quella originaria di Pozzuoli e dintorni. Giugliano, in provincia di Napoli, è conosciuta come la “Città della Mela Annurca“.
Proprietà della mela annurca
- Consigliata ai diabetici perché consente un graduale assorbimento dello zucchero
- E’ ricca di fibre e la buccia presenta la cellulosa, che aiuta la peristalsi intestinale e pulisce il colon
- Ottima per la salute dei muscoli e delle ossa e dei capelli in quanto ricca di Sali minerali come il ferro ed il calcio
- Contiene acido ossalico , un ottimo sbiancante per i denti
- Mangiata cotta ha un effetto lassativo
- Ha un forte potere antiossidante in misura quadrupla rispetto ad altre varietà di mele e quindi va bene anche come prevenzione per il cancro
- Utile per digerire, combatte l’acidità gastrica ed elimina l’acido urico
- L’estratto di melannurca campana IGP, di recente introduzione in campo fitoterapico, è subito balzato agli onori della cronaca per i promettenti effetti in due condizioni cliniche molto diffuse: l’iper-colesterolemia e l’alopecia androgenetica