La minestra maritata o ” ‘a menesta ‘mmaretata” è considerato uno dei piatti più saporiti e buoni dalle origini molto antiche della tradizione campana.
Una pietanza a base di carne bollita e tanta verdura preparata nei giorni di festa d’inverno. Una versione simile è stata ritrovata nel De re con quinaria di Apicio, un testo classico della letteratura gastronomica romana.
Una sorta di zuppa della tradizione portata dagli Spagnoli nel 1300 che si chiamava olla potrida , pentola putrefatta, una ricetta a base di tante verdure e tagli di carne, che si uniscono, “si sposano” (maritata) in un matrimonio di gusto e tradizione, per realizzare una minestra molto saporita, preparata nelle feste natalizie e pasquali.
Per la preparazione occorre pulire e lessare le verdure come le scarole, la cicoria, la verza, la boragine, quest’ultima dalle caratteristiche un po’ amarognole. La carne di uso tipico è la scelta di diversi tagli di quella di maiale come le tracchie e le salsicce, tipica era la nnoglia o salame pezzente.
Ingredienti (per 8 persone): 3 kg di verdure miste (cicoria, scarulelle, broccoletti in foglia, verza, borraggine); 1 kg di carne mista (costine di maiale, pezzi di gallina, salsicce e muscolo di manzo);1 patata; 1 cipolla; 1 carota; 1 costa di sedano; 3 salsicce piccanti, corza di parmigiano e pecorino grattugiato, , olio extravergine di oliva, pepe e sale.
La cottura della carne di solito viene effettuata il giorno prima, una operazione importante per riuscire ad eliminare dopo il riposo il grasso che si formerà sulla superficie del brodo. Anticamente si usava accompagnare la minestra calda con dei cereali, dei piccoli triangolini croccanti di polenta fritta, gli scagliuozzi.
Articolo pubblicato il: 5 Dicembre 2018 11:00