Si è spento stamattina nella sua casa casa di Milo (Catania) il grande Franco Battiato, uno dei cantautori italiani più completi di tutti i tempi. Il Maestro è morto all’età di 76 anni dopo una lunga malattia: le sue esequie avverranno in forma privata.
Nella sua lunga carriera (durata ben 55 anni), Battiato ha spaziato tra generi musicali diversi, dalla musica pop a quella rock, fino alla musica elettronica e colta, tutte unite dalle sue canzoni in un grande abbraccio che ha conquistato il pubblico italiano.
Ironico e schivo, sempre indipendente dal punto di vista politico, ha firmato alcune delle canzoni più conosciute della musica italiana. Da Bandiera bianca (1981) a Centro di gravità permanente (1982), fino a Povera Patria.
Quest’ultima è stata incisa nel 1991, ma a distanza di 30 anni è ancora attualissima nella sua denuncia del degrado in cui è caduto il nostro Paese. Ancora più attuale è La cura (1996), diventata una delle “colonne sonore” nell’era della pandemia da Covid 19 (già qualche anno fa era stata re-incisa da Massimo Ranieri).
Tra le sua collaborazioni, quelle con Pino Daniele, Adriano Celentano e Claudio Baglioni. Legatissimo alla sua Sicilia (di cui fu anche assessore alla al Turismo, allo Sport e allo Spettacolo tra novembre 2012 e marzo 2013), l’artista era fortemente affezionato anche alla città di Napoli (nella quale si è più volte esibito).
Fortemente legato al filosofo Manlio Sgalambro, il sodalizio tra i due diede vita ad anni di collaborazione e di amicizia. Tutto questo ha reso Franco Battiato un artista “vate”, capace di guardare ben oltre gli orizzonti, non solo nella musica leggera ma anche nel cinema, nella pittura e nell’opera. Una eredità straordinaria per il mondo della cultura.
Articolo pubblicato il: 18 Maggio 2021 15:57