di Antonella Amato – “La natura esposta” è il nuovo libro di Erri De Luca, edito da Feltrinelli, presentato ieri al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Erano presenti il direttore del museo Paolo Giulierini, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e il cardinale Crescenzio Sepe. “Non siamo una terra promessa, ma una di passaggio tra l’Africa e l’Asia. Abbiamo ricevuto tutto e siamo stati colonizzati.”
Con queste parole lo scrittore napoletano apre la presentazione del suo ultimo libro. Al centro della storia c’è il restauro di un crocifisso affidato al protagonista senza nome del romanzo. Un crocifisso ben diverso da quelli che siamo abituati a vedere. È nudo, poiché i condannati a morte venivano crocifissi nudi. Ma ragioni di pudore avevano fatto sì che la nudità venisse coperta da un panneggio. Lo scrittore racconta il suo ultimo lavoro tra le imponenti statue della Sala del Toro Farnese assediata da centinaia dei suoi lettori. “Sullo sfondo una città di mare, ma l’io narrante dice che viene dalla montagna. Abita vicino al confine di Stato, da lì è dovuto andar via per un po’. Da qualche tempo arrivavano in paese gruppi di stranieri che chiedevano di passare il confine. Lui e i suoi due amici, il fabbro e il fornaio, li accompagnavano oltre in cambio di un compenso. Ma il nostro restituisce i soldi, non li tiene con sé, li accompagna gratis. Uno dei suoi beneficiati è uno scrittore, racconta la cosa e la notizia arriva al villaggio. La cosa non piace ai suoi compaesani, è costretto ad andar via. Nel corpo a corpo con il crocifisso a cui è chiamato nella nuova città, il protagonista troverà un operaio del marmo, un musulmano algerino saggio e generoso, e un rabbino studioso di arte moderna e di astronomia che cerca il senso di un qualche testo sacro. Le tre religioni monoteiste in dialogo. C’è poi un bambino fuggito da chissà dove. Conosce una sola parola, “Dusseldorf”, il luogo, il sogno dove vuole arrivare.
Nella stesura di quest’opera, Erri De Luca ha preso spunto da una storia vera. Del resto, secondo lo scrittore, soltanto dalla vita vissuta si può estrarre la materia per uno scritto. Lo scrittore non si sottrae alle numerose domande dei suoi lettori, le stimola. Il cardinale Sepe viene esortato a dire qualche parola. “Ho letto tutti i suoi libri con grande profitto, davvero tutti”. Si rivolge al sindaco: “Perché non facciamo qualcosa per proporre Erri per il Nobel della Letteratura?”. Poi lo scrittore si siede alla scrivania per firmare le copie. Davanti a lui una lunga fila.