Se sul grande schermo sta riscuotendo grande successo La paranza dei bambini, il film basato sull’omonimo romanzo di Roberto Saviano, che descrive l’ascesa di un gruppo di ragazzini nella scena criminale della città a partire dal rione Sanità, in tv è invece andato in onda un documentario di Luca Rosini, in cui il giornalista (attuale conduttore di “UnoMattina in famiglia”) racconta la rinascita della Sanità proprio a partire da ragazzi innamorati di Napoli e della cultura: La paranza della bellezza.
Il documentario (andato in onda su Rai 2 lo scorso 20 febbraio ma ancora disponibile su Raiplay) espone con grande chiarezza la riscossa culturale del rione Sanità, quartiere di Napoli in cui si era arrivati ad avere paura di andare a fare la spesa, a causa delle “stese” di Camorra, di quegli spari all’impazzata che colpiscono al cuore una città intera. C’è però una data che ha dato la decisiva “scossa di senso civico” al quartiere: il 6 settembre 2015. In quella maledetta domenica, una “stesa” uccise il 17enne Genny Cesarano, ennesima vittima innocente di Camorra: il giorno dopo ci fu una fiaccolata in suo ricordo con ben 3000 persone.
Questa “periferia al centro della città” (come la definisce Mario Galardo del Nuovo Teatro Sanità) sta ripartendo dalla bellezza dei suoi monumenti, narrata con passione dal lavoro dei 50 ragazzi della cooperativa La Paranza (tra i quali anche alcuni con trascorsi difficili): la basilica S. Maria della Sanità, il cimitero delle Fontanelle e le Catacombe di San Gennaro.
L’attività dei ragazzi de La paranza va comunque avanti, in una “città che ha tanti problemi, ma anche le risorse con cui immaginare un cammino di autosviluppo”, come sottolineato da Enzo Porzio.
Il viaggio di Luca Rosini ha toccato anche il Nuovo Teatro Sanità, il laboratorio artistico “Sanitart”, lo spettacolo teatrale di Giuseppe d’Ambrosio, i centri educativi e i giovani musicisti della Sanitansamble (che lo scorso Natale si è esibita al San Carlo): “La musica -sottolinea il maestro Gabriele Bernardo- è un veicolo per affrontare la vita dove non ci sono modelli positivi. L’orchestra ti porta a rispettare le regole, cosa che per i ragazzi diventa naturale anche per la vita”.
Articolo pubblicato il: 4 Marzo 2019 15:00